domenica 3 luglio 2011
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«Perché il Vangelo mi piace d’estate e mi annoia d’inverno?». Buttata lì nel bel mezzo della riunione educatori, la domanda di Luca, un 17enne di quelli tosti, ha confermato in don Marco la convinzione che «l’oratorio estivo è una grande occasione educativa». Assolutamente da non perdere, come stanno cercando di fare, in queste settimane in tutta Italia, migliaia di animatori, educatori e sacerdoti, che organizzano e vigilano sulle lunghe giornate dei ragazzi in vacanza, tra il campo di calcio, le gite e la preghiera.Don Marco Mori, presidente del Forum degli oratori italiani, perché l’oratorio riscuote ancora così tanto successo tra le famiglie?Perché è un valore: quella delle famiglie non è una scelta affatto scontata. Si fidano dell’oratorio e noi dobbiamo ricambiare questa fiducia, che per gli educatori è anche una grande responsabilità.L’oratorio estivo è frequentato anche da moltissimi ragazzi che durante l’anno non si vedono: non c’è il rischio che alcune famiglie lo scambino per un “parcheggio” dei figli in vacanza dalla scuola?Questo è un tema molto vero, ma non mi scandalizza. L’oratorio incrocia i bisogni di tante famiglie e svolge un servizio prezioso. Il problema semmai si pone quando le famiglie considerano l’oratorio un “parcheggio” anche dopo l’esperienza del Grest, perché significa che non siamo riusciti a far passare il senso dello stare insieme in oratorio.Qual è il messaggio dell’oratorio oggi?La “formula” è la stessa di sempre: tutto l’uomo e tutto il Vangelo. Che significa: non tralasciare nulla di ciò che è umano e non tralasciare nulla di ciò che è Vangelo.Come si traduce questa formula sul campo dell’oratorio?L’esperienza più significativa dell’oratorio estivo è senz’altro la relazione umana. Contrariamente all’inverno, quando per tanti l’oratorio equivale all’ora settimanale di catechesi (quando ci vanno), in estate si hanno a disposizione lunghe giornate insieme. Per tanti adolescenti, per esempio, il fascino di andare all’oratorio è che, da animatori, possono avere una relazione umana privilegiata e profonda con i più piccoli. Vogliono bene ai bambini e si sentono voluti bene.Magari sono gli stessi adolescenti inquieti e indecifrabili che si incontrano durante l’anno: che cosa li fa cambiare?La cosa incredibile è proprio questa. Gli stessi ragazzi, inseriti in un’opera educativa forte, cambiano e si dimostrano affidabili e responsabili. Diciamola tutta: senza di loro l’oratorio feriale non si potrebbe fare.Quanto si lavora, a monte, per preparare un oratorio estivo?L’oratorio è un momento di incontro bello e vero tra i ragazzi, ma va preparato bene e i ruoli devono essere assolutamente chiari e definiti. Per questo il lavoro è tantissimo, soprattutto sul versante della formazione degli adolescenti-animatori. Sotto questo aspetto devo dire che gli oratori sono cresciuti tanto, anche se si può sempre migliorare, inserendo ogni anno maggior qualità e puntando su educatori sempre più bravi e motivati.L’oratorio estivo può essere un’occasione anche per avvicinare famiglie “lontane” dalla parrocchia?Il Grest avvicina chi è più sulla soglia, chi vorrebbe avvicinarsi ma non trova l’occasione. Per chi, invece, è più lontano il lavoro da fare è maggiore. In ogni caso, a tutte le famiglie dobbiamo dare la possibilità di toccare con mano l’importanza dell’oratorio e i tanti valori positivi, umani e cristiani, che lo caratterizzano. Così, chi ci ha conosciuto d’estate ritorna anche d’inverno.
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