venerdì 15 febbraio 2013
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​Hanno bei volti questi sacerdoti. Rasserenati, solari. Senza più dubbi, adesso che sono usciti dal lungo incontro con Benedetto XVI, che ha voluto incontrarli un’ultima volta. Adesso che l’hanno visto, ascoltato, guardato negli occhi. I parroci romani sono più forti ora, non hanno più paura, né paura di dirlo, dopo essere stati con il loro vescovo, «con il nostro pastore». E forse lo si capisce anche perché molti riportano subito l’ultima frase del Papa, «dopo la quale non ha voluto aggiungere più nulla» e che quindi, in qualche modo, dev’essere il messaggio che su ogni altro ha voluto loro lasciare: «Vince Cristo». Il Pontefice «sta facendo veramente un sacrificio per il bene della Chiesa – dice don Antonio Fois, parroco della chiesa dei Santi Aquila e Priscilla, a viale Marconi –. Un sacrificio paragonabile a quello che ha fatto Giovanni Paolo II portando la Croce fino alla fine. E credo che stia soffrendo, facendolo in piena coscienza, più lui di un malato terminale». Ha lasciato il segno, ieri mattina, dentro chi era nell’Aula Paolo VI in Vaticano: «È stato molto bello. Le nostre attese e il momento emotivo che sta vivendo il Papa hanno creato un’atmosfera particolarmente intima – racconta don Antonio Panfili, parroco di Sant’Ireneo a Centocelle –. Gli applausi non finivano mai, ha dovuto interromperli lui: era il modo con cui esprimevamo al nostro pastore il nostro affetto. Certo non dimenticheremo Benedetto XVI». Ascoltandolo «abbiamo avuto l’impressione di una persona nel pieno possesso delle proprie facoltà e della propria libertà – spiega don Fabio Fasciani, parroco di San Patrizio, al Colle Prenestino, l’ultima parrocchia che il Papa ha visitato (il 16 dicembre scorso) –. Una persona che sta scegliendo una strada bella e nuova della sua stagione terrena». Un discorso sul Concilio «lucido e preciso – aggiunge – fra l’altro fatto interamente a braccio e senza appunti». I parroci della capitale si erano radunati sotto l’obelisco in piazza San Pietro alle 10, ieri mattina, e poi incamminati in processione, entrando nella Basilica recitando il "Credo" per andare a incontrare Benedetto XVI. Molti di loro emozionati. «È stato interessantissimo l’incontro con il Papa – dice don Michele Baudena, parroco a Sant’Emerenziana, nel quartiere africano –. E lui è stato molto sereno quanto alla sua scelta. Poi mi hanno colpito le ultime due parole che ha detto: "Vince Cristo". Forse possono essere viste come la sintesi del suo ministero». Don Benoni Ambarus guida la parrocchia dei Santi Elisabetta e Zaccaria, zona Prima Porta, e ha avuto «la sensazione di capire fino in fondo l’importanza di questo Papa proprio nel giorno in cui dice che lascia». È stato cioè come «coglierne la presenza forte nel momento in cui si sta per creare l’assenza». Se ne sono andati alla spicciolata dopo l’udienza. Attraversando a piedi piazza San Pietro e spesso parlando fra loro per condividere a caldo le emozioni, per fissarle meglio. Il parroco di Santi Simone e Giuda Taddeo, a Torre Angela, don Luigi Storto, usa parole forti e gli si spezza la voce: «Ho avuto l’impressione non di salutare il Signore che andasse in croce, ma di rivivere il mistero dell’ascensione al cielo». Si ferma, poi riprende: «Ci ha detto "resterete nel mio cuore anche se non mi rivedrete più, pregherò per voi"... C’è stata grande commozione, io mi sono commosso. Mi commuove anche adesso parlarne...».
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