Nella ricorrenza del trentottesimo anniversario dell’elezione del servo di Dio Giovanni Paolo I al soglio di Pietro, in occasione dell’inaugurazione del museo dedicato ad Albino Luciani nel suo paese natale di Canale d’Agordo, la postulazione della causa di canonizzazione ha voluto onorare questa circostanza con il lascito di un particolare ricordo. Oggi, alla presenza del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, dopo la celebrazione della Messa, saranno consegnati al nuovo museo gli occhiali personali che il servo di Dio Giovanni Paolo I portava al momento della sua morte. Un suggestivo ricordo, che era stato premurosamente custodito da suor Vincenza Taffarel, la religiosa della comunità delle Suore di Maria Bambina che aveva prestato servizio nell’appartamento del Papa durante il suo pontificato e che la stessa suora aveva poi consegnato a don Francesco Taffarel, segretario di Albino Luciani negli ultimi tre anni in cui egli era vescovo di Vittorio Veneto. Don Taffarel, venuto a mancare il 1 ottobre 2014, lo aveva conservato presso la sua canonica a Tarzo, nella diocesi di Vittorio Veneto, sino al 6 novembre 2009, quando lo affidò alla postulazione. Essendo perciò chiaro il tracciato di questo oggetto personale - che è appartenuto per molto tempo al servo Dio, ed è rimasto indossato fino al momento del suo ritrovamento al mattino del 29 agosto 1978 - si è deciso di donarlo al museo, che conserva oggi le sue memorie in questo luogo di particolare rilevanza storica per le radici della formazione umana, cristiana e culturale di papa Luciani. Un gesto che vuole essere anche un segno di debita cura verso il lascito dei ricordi e del patrimonio delle memorie del servo di Dio, troppo spesso incorsi nel depauperamento e dispersi. Una riconsegna doverosa alla sua memoria è anche tutto il lavoro compiuto nella causa di canonizzazione di Giovanni Paolo I che si avvia ora all’esame di giudizio finale da parte degli organi collegiali della Congregazione della cause dei santi. Si è giunti infatti all’iter conclusivo della fase romana del processo sulla vita, le virtù e la fama di santità di Albino Luciani - che si era aperto il 13 giugno 2008, dopo che era pervenuta a Roma tutta la documentazione della prima fase diocesana svoltasi dal 2003 al 2006 - e che si chiuderà con il decreto sancito dal Papa per la proclamazione delle virtù. La fase romana in questi anni, condotta dal relatore generale della Congregazione dei santi, padre Vincenzo Criscuolo, è stata caratterizzata essenzialmente dallo studio di natura storico-scientifica degli scritti del servo di Dio e dal vaglio di tutte le fonti documentarie con relativa valutazione critica, dalla ricerca necessaria ai fini del recupero completo delle carte di Luciani e dall’elaborazione e composizione della
Positio, il dossier, ordinato in base a stabiliti criteri, che comprende tutto il corpus delle prove documentarie e testimoniali che devono dimostrare l’eroicità della vita, delle virtù e della fama di santità. Il vescovo di Belluno-Feltre - che è la diocesi attrice della causa - il 26 agosto dello scorso anno aveva annunciato che la
Positio era stata completata e che in ultimo era stata inserita anche una testimonianza d’eccezione: quella di papa Benedetto XVI, che rappresenta un unicum storico. La
Positio è stata stampata e rilegata in cinque volumi per oltre 3600 pagine complessive, e su questa devono ora esprimersi con voto due sessioni di esami: quella del Congresso dei teologi e quella del Congresso dei vescovi e cardinali. Si è trattato di un lavoro enorme, ma tanto più doveroso ai fini storici, considerato lo scarso interesse storiografico riscosso da Luciani rispetto ad altri papi del Novecento. Per quanto riguarda casi di presunte guarigioni miracolose per intercessione del servo di Dio, che sono trattate con processi distinti, fino ad oggi si registra solo il caso per il quale - tra il maggio 2007 e il maggio 2009 - si è svolta l’inquisizione canonica presso la diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti. Come è noto da prassi, tuttavia, tale processo non può essere avviato e concluso nella fase romana, prima che siano proclamate le virtù del servo di Dio. Giovanni Paolo I gode di una vasta fama di santità che si è diffusa spontaneamente ed è andata crescendo dalla morte. Numerose sono le grazie pervenute e tra queste ci sono alcune, anche provenienti dall’America latina, che destano considerazione.