giovedì 5 marzo 2020
Il rettore Franco Anelli: stiamo lavorando per superare questo periodo di difficoltà per il coronavirus e presto torneremo un luogo di incontro e di crescita umana e culturale. Messaggio della Cei
L'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano

L'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano - Archivio Avvenire

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Esce oggi Messaggio della Presidenza della Conferenza episcopale italiana per la 96ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che sarà celebrata il prossimo 26 aprile. Sarà intitolato “Alleati per il futuro”. Abbiamo intervistato il rettore Franco Anelli.

Entrare nell’Università priva di studenti «fa una certa impressione», ma «i responsabili delle facoltà e dei dipartimenti e il personale amministrativo e tecnico stanno continuando a lavorare come sempre». Anche il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli è nel suo studio in rettorato e segue l’evolversi della situazione. «Proseguire con il blocco della didattica – commenta – aumenta la necessità di interventi sulla programmazione delle nostre lezioni, del calendario, degli esami».

Cosa avete messo in campo per affrontare questo periodo strano e straordinario?
Abbiamo dei corsi che prevedono da sempre anche lezioni online, ma non possiamo pensare di sostituire del tutto, con questa modalità, la lezione tradizionale fatta in aula. Ovviamente siamo in un periodo di emergenza e dobbiamo garantire ai nostri studenti la regolarità degli studi. Ecco perché abbiamo chiesto anzitutto ai docenti che vi sia la massima chiarezza sui programmi di studio e sulla bibliografia annessa, per permettere agli studenti di prepararsi in modo adeguato agli esami, anche in assenza di lezioni.

E sul possibile ricorso alle lezioni online?
Da un punto di vista tecnico siamo in grado di offrire la trasmissione di lezioni, ma non si può parlare di una piena alternativa alla lezione in aula. I nostri presidi stanno lavorando per affrontare l’evolversi della situazione.

Cosa lascerà in eredità questa emergenza?
Gli atenei amplieranno gli strumenti a loro disposizione e anche i professori che non si erano confrontati in modo approfondito con il mondo digitale nella propria docenza potranno sperimentare queste nuove modalità. Ma spero che l’Università torni ad essere al più presto quel luogo dove non solo si apprende, ma si svolge anche una socialità, un incontro tra generazioni. Non vedo un futuro in cui la telematica prenda il posto della lezione in classe. Snaturerebbe l’essenza stessa dell’università.

Insomma sarà una Giornata dell’Università Cattolica dal volto strano
Mi auguro vivamente che per il prossimo 26 aprile, giorno in cui celebreremo la Giornata, ci si trovi già nella fase di ripresa da questa crisi. E il nostro Ateneo non mancherà di fare la sua parte e di offrire il proprio contributo per un rilancio della città di Milano, della Regione e del Paese intero.

Franco Anelli, rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore

Franco Anelli, rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - Siciliani

Nel Messaggio Cei per la Giornata si è scelto lo slogan “alleati per il futuro”. Come declinate questo impegno?
Credo che questa alleanza sia connaturale all’Università Cattolica. L’ateneo è luogo di un patto tra generazioni che ha per oggetto la trasmissione del sapere. I giovani accettano di ricevere un patrimonio di conoscenze e gli adulti accettano la responsabilità di trasmetterlo.

Sempre nel Messaggio Cei si dice che «i giovani cercano maestri che sappiano aiutarli a maturare». Cosa significa essere oggi un maestro?
In generale si potrebbe rispondere che farsi carico del ruolo di maestro è un’assunzione di responsabilità. I giovani si aspettano di essere guidati nella loro crescita. I primi a porsi la domanda dovrebbero essere gli adulti. “Che cosa ho da insegnare a questi giovani?” è un pensiero che ogni adulto dovrebbe porsi, guardando non solo ai contenuti trasmessi, ma anche alla capacità di rispondere alle esigenze dei tempi nuovi.

Alleanza per il futuro, ma ai giovani, dice ancora il Messaggio, occorre prospettare percorsi esigenti e impegnativi. Scelta controcorrente. Non le pare?
Penso che essere maestri voglia dire non essere superficialmente indulgenti sia verso se stessi, sia nei confronti degli studenti a cui vogliamo trasmettere conoscenze. L’apprendimento passa da un impegno personale e questo deve essere detto chiaramente ai giovani. Un ateneo che voglia fare una sorta di “sconti incentivanti” offrendo percorsi facili per avere più iscritti o più consensi, è disonesto. Gli studenti devono essere messi davanti anche agli aspetti difficili e complessi di una materia e di un percorso di apprendimento. Sarà un allenamento alle prove che nell’esistenza dovranno comunque affrontare.

Un Giornata promossa dalla venerabile Armida Barelli

Fu Armida Barelli, cofondatrice dell’Università Cattolica, proclamata venerabile dalla Chiesa, a promuovere 96 anni fa la prima Giornata per l’Università Cattolica. Una raccolta fondi nella comunità cattolica per sostenere l’ateneo fondato nel 1919 da padre Agostino Gemelli. Una raccolta che nei primi decenni vedeva coinvolti gli stessi studenti universitari. La Chiesa italiana celebrerà la Giornata per l’ateneo domenica 26 aprile.

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