venerdì 22 aprile 2011
È il giorno del dialogo televisivo senza precedenti tra il Papa e quanti gli hanno rivolto le proprie domande grazie all’iniziativa di «A sua immagine», la trasmissione in onda oggi su Raiuno alle 14.10. Nella domanda che oggi anticipiamo (insieme all’«Osservatore Romano»), a rivolgersi a Benedetto XVI è Maria Teresa Pittito, madre di Francesco 41 anni, malato di sclerosi multipla, caduto due anni fa in stato vegetativo il giorno di Pasqua e oggi ricoverato a Gorla Minore (Varese). Appena ha saputo dell’iniziativa di «A sua immagine», la madre di Francesco ha inviato la domanda che pubblichiamo, insieme alla risposta del Papa.
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Questa domanda ci presenta un calvario, perché abbiamo una mamma sotto la croce di un figlio. È italiana, si chiama Maria Teresa questa mamma, e Le dice: 'Santità, l’anima di questo mio figlio Francesco, in stato vegetativo dal giorno di Pasqua 2009, ha abbandonato il suo corpo, visto che lui non è più cosciente, o è ancora vicino a lui?Certamente l’anima è ancora presente nel corpo. La situazione, forse, è come quella di una chitarra le cui corde sono spezzate, così non si possono suonare. Così anche lo strumento del corpo è fragile, è vulnerabile, e l’anima non può suonare, per così dire, ma rimane presente. Io sono anche sicuro che quest’anima nascosta sente in profondità il vostro amore, anche se non capisce i dettagli, le parole, eccetera, ma la presenza di un amore la sente. E perciò questa vostra presenza, cari genitori, cara mamma, accanto a lui, ore ed ore ogni giorno, è un atto vero di amore di grande valore, perché questa presenza entra nella profondità di quest’anima nascosta e il vostro atto è, quindi, anche una testimonianza di fede in Dio, di fede nell’uomo, di fede, diciamo di impegno per la vita, di rispetto per la vita umana, anche nelle situazioni più tristi. Quindi vi incoraggio a continuare, a sapere che fate un grande servizio all’umanità con questo segno di fiducia, con questo segno di rispetto della vita, con questo amore per un corpo lacerato, un’anima sofferente.
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