giovedì 13 novembre 2014
​Le conclusioni del Forum cattolico-musulmano, riunito in Vaticano: ribadita l'importanza della «cultura del dialogo interreligioso».
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Il III Forum cattolico-musulmano, riunito in Vaticano dall'11 al 13 novembre, nel suo comunicato finale riferisce che i partecipanti "all'unanimità" hanno condannato "atti di terrorismo, oppressione, violenza contro persone innocenti, persecuzioni, profanazione dei luoghi santi, e distruzione dell'eredità culturale. Non è mai accettabile - afferma la nota - l'uso della religione per giustificare questi atti o per confonderli con la religione". Oltre alla condanna del terrorismo che si traveste con motivazioni religiose, il Forum ha sollecitato un impegno comune di cattolici e musulmani nella educazione dei giovani, "in famiglia, scuola, università, chiesa o moschea" per la "promozione di identità che contribuiscano a costruire il rispetto per gli altri". I partecipanti ribadiscono poi la importanza della "cultura del dialogo interreligioso per approfondire la comprensione reciproca e superare pregiudizi, distorsioni, sospetti e generalizzazioni inappropriate, che danneggiano le pacifiche relazioni".  Mercoledì mattina il Forum è stato ricevuto da papa Francesco che, riferisce il comunicato finale dei lavori, "ha complimentato tutti i partecipanti, incoraggiandoli a perseverare sul sentiero del dialogo cristiano-musulmano, e si è rallegrato nel notare il loro impegno condiviso e disinteressato al servizio della società".Il Forum è la terza sessione della iniziativa di dialogo nata dopo che 138 esponenti musulmani avviarono con Benedetto XVI un dialogo per superare le incomprensioni succedute alla lectio magistralis di papa Ratzinger a Ratisbona. Le delegazioni di questa III sessione sono state ridotte a 12 membri ciascuna (dai 24 delle precedenti sessioni), per facilitare i lavori, e erano guidate quella cattolica dal cardianle Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, e quella islamica dal professor Abdallah Schleifer, al posto del coordinatore tradizionale e promotore del gruppo dei 138 (che oggi sono molto più di 138) principe Ghazi di Giordania.
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