Come è consuetudine, l’Agenzia Fides pubblica alla fine dell’anno l’elenco degli operatori pastorali che hanno perso la vita in modo violento nel corso degli ultimi 12 mesi. Secondo le informazioni diffuse, nell’anno 2010 sono stati uccisi 23 operatori pastorali: 1 Vescovo, 15 sacerdoti, 1 religioso, 1 religiosa, 2 seminaristi, 3 laici. Analizzando l’elenco per continente, anche quest’anno figura al primo posto, con un numero estremamente elevato, l’America, bagnata dal sangue di 15 operatori pastorali: 10 sacerdoti, 1 religioso, 1 seminarista, 3 laici. Segue l’Asia, con 1 Vescovo, 4 sacerdoti e 1 religiosa uccisi. Infine l’Africa, dove hanno perso la vita in modo violento un sacerdote e un seminarista.Il conteggio di Fides non riguarda solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma tutti gli operatori pastorali morti in modo violento. Il dossier non usa di proposito il termine “martiri”, se non nel suo significato etimologico di “testimone”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro, e anche per la scarsità di notizie che, nella maggior parte dei casi, si riescono a raccogliere sulla loro vita e perfino sulle circostanze della loro morte. Le scarne note biografiche di questi fratelli e sorelle uccisi ci fanno comprendere - scrive Fides - come abbiano offerto tutta la loro vita, quasi sempre nel silenzio e nell’umiltà del lavoro quotidiano, “per amore a Cristo e alla Chiesa, e così al mondo”. Alcuni sono stati vittime di quella violenza che combattevano o della disponibilità ad aiutare gli altri nelle piccole difficoltà quotidiane, mettendo in secondo piano la propria sicurezza. Anche quest’anno molti sono stati uccisi in tentativi di rapina o di sequestro finiti male, sorpresi nelle loro abitazioni da banditi alla ricerca di tesori immaginari. Altri ancora sono stati eliminati solo perché nel nome di Cristo opponevano l’amore all’odio, la speranza alla disperazione, il dialogo alla contrapposizione violenta, il diritto al sopruso. “Il nostro mondo continua ad essere segnato dalla violenza, specialmente contro i discepoli di Cristo” ha detto Papa Benedetto XVI (Angelus del 26 dicembre 2010), ricordando come “la terra si è macchiata di sangue” in diverse parti del mondo, colpendo persino le comunità cattoliche riunite in preghiera nei luoghi di culto.A questo elenco provvisorio stilato annualmente dall’Agenzia Fides, deve quindi essere sempre aggiunta la lunga lista dei tanti di cui forse non si avrà mai notizia, che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano anche con la vita la loro fede in Cristo.
AMERICAIn America sono stati uccisi 15 operatori pastorali: 10 sacerdoti, 1 religioso, 1 seminarista, 3 laici. Sono stati uccisi in Brasile (5), Colombia (3), Messico (2), Perù (2), Venezuela, Haiti, Ecuador.In
Brasile, che anche quest’anno conta il maggior numero di operatori pastorali uccisi, hanno trovato la morte Don Dejair Gonçalves de Almeida e il laico Epaminondas Marques da Silva, aggrediti nella canonica da banditi in cerca di denaro; Don Rubens Almeida Gonçalves,assassinato nella sua parrocchia probabilmente per un diverbio con una persona a cui avrebbe negato l’affitto della sala parrocchiale; il seminarista Mario Dayvit Pinheiro Reis, ucciso da rapinatori che volevano impossessarsi della sua automobile; Don Bernardo Muniz Rabelo Amaral, aggredito da un uomo a cui aveva dato un passaggio.In
Colombia hanno trovato la morte Don Román de Jesús Zapata, ucciso durante la notte nella canonica della sua parrocchia; Don Herminio Calero Alumia, morto durante una discussione ad un posto di blocco della polizia; Luis Enrique Pineda, coadiutore salesiano, che è stato derubato e poi accoltellato.Messico sono morti Don José Luis Parra Puerto, assassinato dopo essere stato derubato del furgoncino su cui viaggiava; Don Carlos Salvador Wotto, trovato nella sua parrocchia imbavagliato e legato, con bruciature di sigaretta sulle braccia e segni di tagli in diverse parti del corpo.In
Perù sono stati vittime di malviventi entrati nel convento per rubare Fra Linán Ruiz Morales, OFM, ed il suo collaboratore, Ananias Aguila: il corpo del primo è stato rinvenuto nella sua camera da letto, messa a soqquadro, il secondo nella cucina a fianco della chiesa, dove c'è la mensa per i poveri.In
Venezuela ha trovato la morte Don Esteban Robert Wood: l'omicidio è stato attribuito ad una rapina perpetrata da sconosciuti e finita con l'assassinio.In
Ecuador il corpo del missionario polacco P. Miroslaw Karczewski è stato rinvenuto nella canonica della sua parrocchia, con ferite sul collo e su altre parti del corpo. Dopo averlo ucciso, colpendolo con un grande crocifisso, i malviventi hanno rubato cellulare e computer.Ad
Haiti l’operatore della Caritas Julien Kénord è stato ucciso in seguito a un tentativo di rapina. Aveva infatti appena riscosso un assegno in una banca locale, quando è stato aggredito a colpi di arma da fuoco da sconosciuti.
ASIANel 2010 si registrano in Asia 6 operatori pastorali uccisi: 1 Vescovo, 4 sacerdoti, 1 religiosa. Hanno trovato la morte in Iraq (2), Cina (2), India, Turchia.In
Turchia è stato assassinato a coltellate dal suo autista, mentre era nella sua abitazione a Iskenderun, Sua Ecc. Mons. Luigi Padovese, Vicario apostolico dell'Anatolia e Presidente della Conferenza Episcopale Turca.In
Iraq Don Wasim Sabieh e Don Thaier Saad Abdal sono rimasti uccisi durante l’attentato nella Cattedrale siro-cattolica di Bagdad, che ha causato decine di morti e feriti fra i fedeli che erano riuniti per la Santa Messa domenicale.In
Cina Don Joseph Zhang Shulai, vicario generale della diocesi di Ningxia, e Suor Maria Wei Yanhui, della stessa diocesi, sono stati uccisi nella Casa per anziani a Wuhai, distretto di Wuda, nella Mongolia interna, da un laico che si era voluto vendicare in quanto era stato licenziato.In
India Don Peter Bombacha è stato assassinato da sconosciuti nell’ashram da lui fondato a Baboola, a circa un chilometro dalla residenza del Vescovo di Vasai, antico centro abitato vicino a Mumbai (India). Il suo corpo era in un lago di sangue, aveva una corda al collo e un paio di forbici infilzate nella gola.
AFRICAUn sacerdote ed un seminarista sono rimasti uccisi in Africa, entrambi nella Repubblica Democratica del Congo. Don Christian Bakulene stava tornando, insieme ad un amico, nella sua parrocchia nel nord Kivu quando due uomini armati, in uniforme militare, lo hanno bloccato e ucciso dopo aver sottratto il denaro al suo amico. Il seminarista gesuita di nazionalità togolese, Nicolas Eklou Komla, è stato ucciso alla periferia della capitale, Kinshasa, mentre stava rientrando allo scolasticato con alcuni amici. Un uomo armato e mascherato li ha fermati, probabilmente per rapinarli, e nella discussione che ne è nata il bandito ha sparato alcuni colpi di arma da fuoco che hanno colpito a morte il seminarista.