lunedì 4 luglio 2011
Presa di posizione di monsignor Robert Zollitsch: «Chi si può arrogare il diritto di definire i criteri e di decidere sulla vita e la morte di un'altra persona? Così si supera un limite».
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"La diagnosi pre-impianto non è altro che selezione". Lo afferma il presidente dei vescovi tedeschi,monsignor Robert Zollitsch in una nota diffusa dall'agenzia cattolica tedesca e rilanciata dal ServizioInformazione Religiosa. "Chi si può arrogare il diritto di definire i criteri e di decidere sulla vita e sulla morte di un'altra persona?", si chiede il presule per il quale le leggi dovrebbero "vietare la diagnosi pre impianto". Il vescovo di Friburgo ricorda in proposito le recenti dichiarazione del nuovo presidente dell'Ordine federale dei medici tedeschi, Frank Ulrich Montgomery, che aveva messo in guardia da un'applicazione estesa dei test genetici sugli embrioni riconoscendo che "esiste il rischio che la diagnosi pre impianto venga impiegata su un numero sempre maggiore di casi". "In tal modo - spiega monsignor Zollitsch - viene superato chiaramente un limite. Se ciò avviene, non si potrà più impedire che la diagnosi venga utilizzata anche da altri punti di vista".Monsignor Zollitsch, che si è espresso in vista della decisione in materia del Bundestag, attesa per il 7 luglio, rileva che "la posizione della Chiesa Cattolica che rifiuta il ricorso alla Pid in tutti i casi non è affatto isolata mentre anche da parte protestante non vi è un rifiuto unanime del divieto assoluto della Pid, al contrario" e anche "il Consiglio etico è tutt'altro che unanime".
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