sabato 11 giugno 2011
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Messa lì, a due passi dall’estate, la solennità di Pentecoste corre il rischio di diventare un appuntamento mancato. Soprattutto per i giovani alle prese con gli ultimi sussulti scolastici e la testa già persa nelle vacanze. Quest’anno, però, per molti di loro le vacanze si identificheranno con l’esperienza della Gmg e, nel contesto dell’incontro mondiale, anche la «festa dello Spirito» assume una rilevanza nuova. «La Pentecoste – conferma Luca Motto, referente laico per la Pastorale giovanile del Piemonte – richiama fortemente il tema che il Papa ha proposta per Madrid: 'Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede'. Per questo può essere un trampolino di lancio e un’esortazione».Domenico Sgobba, delegato per la Puglia spiega: «La gioia che lo Spirito Santo ha dato alla Chiesa nascente può entusiasmare ancora di più i giovani che si preparano alla Gmg. Lo Spirito viene a confermare che il radicamento in Cristo è vero e autentico. Il 3 luglio i giovani pugliesi, più di 4mila, si ritroveranno per la Giornata della partenza sulla tomba del vescovo Tonino Bello, il testimone che ci guida e ci accompagna verso l’appuntamento spagnolo, proprio per riconfermare la fede, animati dallo Spirito». Resta la difficoltà di raccontare e di dare un volto alla terza persona della Trinità. «Per i giovani di oggi – riflette Rocco Monetta, responsabile laico per la Pastorale giovanile della Basilicata – lo Spirito Santo è l’eterno sconosciuto. Invece è importante capire che senza Spirito Santo non si può fare nulla, come anche occorre risvegliare lo Spirito ricevuto coi sacramenti. La solennità di Pentecoste, con le veglie che si vivono nelle parrocchie e nelle diocesi, e anche con tutti gli incontri in preparazione alla Gmg – come per esempio il pellegrinaggio verso il Santuario della Vergine Maria di Viggiano che faremo qui in Basilicata – sono un’occasione preziosa per riscoprire il dono dello Spirito».Il vescovo di Chiavari, Alberto Tanasini, in questi giorni percorre la diocesi per amministrare le Cresime: «Ai ragazzi che incontro in occasione del sacramento della Confermazione cerco di spiegare come lo Spirito ci leghi intimamente a Gesù. Ogni incontro con il Signore è frutto dello Spirito. Non basta la decisione umana per comprendere e ricordare quanto Gesù ci ha detto. Agli adolescenti, che vivono fortemente la corporeità, ripeto che l’appartenenza a Gesù è l’appartenenza a un corpo. Lo Spirito Santo ci fa una cosa sola nella Chiesa».Anche per Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea, il punto di contatto tra la Pentecoste e la Gmg è il sacramento della Confermazione: «I giovani che parteciperanno all’incontro di Madrid sono in parte cristiani freschi di Cresima. E la Cresima è il momento della presa di coscienza del mandato che ogni cristiano riceve. Nella mia diocesi ho invitato tutti i pellegrini a parteciperanno alla veglia di Pentecoste come momento forte di preparazione all’incontro spagnolo. Personalmente ho avuto la grazia di partecipare a tutte le Giornate mondiali e quindi posso testimoniare davvero la spinta che esse offrono nel cammino di fede e di missione. Sono un momento formidabile per prendere coscienza del proprio 'radicamento in Cristo'».Per il bolognese Gabriele Gervasi, delegato laico per la Pastorale dell’Emilia Romagna, «la Pentecoste è un momento di riflessione per chi si impegna in un serio cammino di fede, così come siamo noi giovani che ci prepariamo a vivere la prossima Gmg. Le letture proposte dalla liturgia ci comunicano un fatto straordinario: 'Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune'. Questa parola allo stesso tempo ci rassicura poiché ci ricorda che quanto di buono operiamo è frutto dello Spirito Santo e ci richiama alla necessità del doverci riconoscere umili strumenti nelle mani del Padre. La giovinezza, proprio per la sua bellezza, si presenta come uno spazio dalle enormi potenzialità: solo nel riconoscimento della verità che ci trascende e che ci viene comunicata in virtù del dono dello Spirito, ci sarà offerto di dare pieno compimento alla nostra esistenza».«I giovani di per sé incarnano nella Chiesa la novità dello Spirito – precisa Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta –. Proprio in quanto giovani, rappresentano sempre una sfida e una novità per tutti. La Chiesa ha bisogno di loro perché educano le comunità a far convivere la fede non solo con i dubbi e le inquietudini del nostro tempo, ma anche con gli interrogativi più profondi che abitano il cuore di ogni uomo». La sfida è lanciata. Ai giovani in cammino verso Madrid il compito di non lasciarla cadere.
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