venerdì 30 settembre 2011
Nella conferenza stampa a chiusura del Consiglio episcopale permanente, il segretario generale della Cei ha illustrato i risultati del lavoro dei vescovi. «I valori non negoziabili ci appartengono sempre».
LA PROLUSIONE DEL CARDINALE BAGNASCO
Gran lavoro da fare di Marco Tarquinio
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"Si scrivono molte cose, debbo ribadire che da parte nostra non c'è iniziativa volta a proporre partiti: non abbiamo partiti da promuovere o organizzare". Lo ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, nella conferenza stampa di chiusura dei lavori del Consiglio episcopale permanente, rispondendo ai giornalisti in merito all'appello del cardinale Bagnasco a un rinnovato impegno dei cattolici in campo sociale e politico. "Partiamo - ha detto Crociata - dalla nostra responsabilità di cattolici presenti nel nostro Paese, una presenza attiva, partecipe e corresponsabile in questa fase della vita non solo nazionale che vede in atto una crisi globale, mentre assistiamo a una evoluzione sociale convulsa e accelerata". La prolusione, dunque, "invita a una rinnovata presa di coscienza di questa responsabilità, a rivitalizzare cioè il giacimento culturale dei cattolici, quel patrimonio di valori diffuso che deve essere risvegliato e reinvestito per il bene del Paese".NON FACCIAMO GOVERNI, NÈ LI MANDIAMO A CASA"Non abbiamo da esprimere giudizi nemmeno sulla maggiore o minore vicinanza di sensibilità di un Governo, piuttosto che di un altro, rispetto a quella della Cei: questo ci porterebbe su un terreno politico. Per nostra vocazione e come istituzione dobbiamo esprimere una valutazione laddove sono in gioco valori essenziali come la persona e la vita". Così si è espresso sempre il segretario della Cei. "Riteniamo di dover esprimere una valutazione, indirizzi, suggerimenti, in riferimento ai temi, alle questioni che toccano il senso stesso della missione della Chiesa, cioè sull'identità e la vita delle persone nella società".Per Crociata, "è importante tale distinzione, perchè la Chiesa non ha soltanto il diritto ma anche il dovere di rapportarsi all'istituzione Governo che ha una legittimazione che viene dal popolo e dal Paese, ma solo nel merito dei problemi, e questo deve farlo quando entra in gioco la sua missione, qualunque sia il Governo in carica".I VALORI NON NENGOZIABILI NON SONO UN VESTITO STAGIONALECrociata è tornato anche sul tema dei "valori non negoziabili", che "non rappresentano un vestito stagionale che si mette secondo le mode e l'atmosfera della giornata". Per il segretario Cei, "l'etica della vita e quella sociale sono strettamente connesse e un plesso ordinato gerarchicamente, un nucleo che ci induce a assumere questo nuovo impegno e responsabilità". PROLUSIONE, BAGNASCO SI È CONFRONTATO CON IL PAPA"La prolusione è stata pubblicata come sempre dall'Osservatore Romano e delle questioni di cui si tratta il cardinale Bagnasco ha parlato previamente e personalmente, come di prassi, con il Papa". Così sempre il segretario generale della Cei, ha risposto ai cronisti che chiedevano quale fosse stato il giudizio della Santa Sede e del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone sulla prolusione di Bagnasco in apertura del Consiglio Cei.LINEE GUIDA CEI SU REPRESSIONE E PREVENZIONE DI ABUSI SESSUALILa Cei non intende per ora nominare un responsabile nazionale per trattare a livello centrale il problema degli abusi sessuali compiuti dai religiosi, così come ha fatto invece, ad esempio, l'Episcopato tedesco. "Il tema di un responsabile per il problema degli abusi - ha spiegato monsignor Mariano Crociata - è emerso anche in altre circostanze ma i vescovi ritengono che non c'è ragione di per sé - anche se altri hanno compiuto scelte diverse, che definirei integrative rispetto alle norme vigenti - di istituire figure di questo tipo. La competenza è infatti di ogni singolo vescovo, ed è attorno al vescovo o al più a tutti i vescovi riuniti nella Cei che si determinano le scelte". E l'esperienza, secondo Crociata, conferma l'efficacia del rapporto diretto dei vescovi in questi casi laddove si presentano".Il segretario Cei ha riferito che nella riunione del parlamentino dei vescovi è stata esaminata una bozza delle linee guida nazionali sulla prevenzione e repressione degli abusi, richieste dalla Santa Sede che recentemente ha pubblicato le proprie. "Si tratta - ha spiegato il presule - di linee nazionali che consentano un'applicazione completa, piena e adattata ai contesti nazionali di quelle della Santa Sede". Il lavoro procede speditamente: "la prima bozza è stata esaminata e ora le osservazioni raccolte saranno recepite e rielaborate in vista del prossimo Consiglio episcopale permanente per una valutazione ulteriore e per l'approvazione definitiva".ASSISTENZA A CATTOLICI UCRAINI E RUMENI: CEI PREDILIGE CLERO NON UXORATOLa Cei non modifica il proprio orientamento negativo riguardo alla possibile presenza nel nostro paese di preti cattolici orientali sposati, che possano assistere spiritualmente le migliaia di fedeli del loro rito provenienti soprattutto da Ucraina e Romania, come chiedono i vescovi di quei Paesi. Per monsignore Crociata, "riguardo alla cura pastorale dei fedeli orientali, il Consiglio Episcopale Permanente ha confermato l'impegno a seguire con grande premura pastorale queste comunità coordinando i cappellani etnici. Ma per noi vale l'indicazione vaticana di accogliere sacerdoti nonuxorati, per salvaguardare il nostro contesto pastorale". SCUOLA PARITARIA NON TOGLIE RISORSE A QUELLA STATALE I vescovi italiani non si esprimono sull'Odg parlamentare che chiede al Governo di indirizzare alla scuola i fondi 8 per mille destinati allo Stato. "Si tratta - ha affermato oggi il segretario della Cei monsignor Mariano Crociata - di un auspicio, di un invito, e l'uso che lo Stato fa della sua quota rientra nella libertà e nello spazio dell'otto per mille". Ciò premesso, Crociata non fa ipotesi su come tale Odg possa essere recepito, ma ricorda che l'attuale formula che consente di scegliere lo Stato in alternativa alla Chiesa Cattolica e alle altre confessioni "in ogni caso rientra nella normativa prevista da accordi bilaterali tra Stato e Chiesa". "Non vogliamo però - scandisce dopo aver implicitamente determinato un ridotto spazio di manovra per inserire eventuali novità - entrare nel merito dell'otto per mille destinato allo Stato".Sul tema della scuola, molto più esplicito il segretario Cei lo è stato parlando della drammatica situazione di molte paritarie cattoliche: "Sono - ha scandito - scuole pubbliche anche queste, a norma di legge". In Italia, ha denunciato il presule, "la scuola paritaria subisce una condizione di ingiusta limitazione. Lo diciamo con rammarico: molte sono costrette a chiudere". "Così - ha commentato - viene preclusa la possibilità alle famiglie che nel loro pieno diritto chiedono di poter dare un'educazione ai propri figli nelle sciole cattoliche". Secondo Crociata, "una vulgata disinformata non fa emergere purtroppo che ogni volta che si chiude scuola paritaria cresce, è moltiplicato, l'aggravio economico per lo Stato". "Sono falsità che di fatto tolgano risorse alla Scuola Statale, perchè il costo di un alunno nelle paritarie cattoliche è enormemente inferiore a quello che lo Stato sosterrebbe per accoglierlo nelle statali".NESSUN ACCORPAMENTO DIOCESANO IN VISTA "No", non è in vista nell'immediato nessun accorpamento delle diocesi. Lo ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata. "Cinque anni fa - ha spiegato - la congregazione per i vescovi ha chiesto alla Cei di avviare una riflessione sulle caratteristiche e il funzionamento delle piccole diocesi, quelle da 90 mila abitanti in giù. La Cei ha istituito una commissione che ha svolto il suo lavoro. I criteri in base ai quali valutare le scelte per orientare accorpamenti o forme di collaborazione spettano alla congregazione per i vescovi, a cui abbiamo consegnato la relazione messa a punto dalla Commissione Cei". "Sta ora alla congregazione - ha concluso Crociata - decidere se utilizzare o archiviare il documento". Le diocesi In Italia sono 225.
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