In silenzio, per poter ascoltare. In ginocchio perché l’umiltà apre le porte alla grandezza di Dio. Il cuore del Congresso eucaristico è qui, nella chiesa del Santissimo Sacramento, tra il Teatro delle Muse e il mare. Gli occhi socchiusi guardano all’ostensorio, sull’altare circondato dai fiori di anthurium. Raccontano di anime ferite e di offese, parlano di sconfitte e di indifferenza, chiedono forza e perdono. Per l’intera Settimana di Ancona, uomini e donne, ma anche tantissimi ragazzi, si alterneranno in adorazione davanti a Gesù Eucaristia. Nel nascondimento di una chiesa cinquecentesca cercheranno il coraggio della testimonianza e aria fresca con cui rinnovare esistenze rese asfittiche dall’egoismo, soffocate dalla solitudine. «Vi chiedo – sottolinea monsignor Pietro Santoro nell’omelia della Messa che apre l’adorazione perpetua – di pregare per la responsabilità dei credenti, affinché custodiscano, si nutrano e si lascino trasformare dall’Eucaristia». Un dono che il cristiano non può tenere per sé ma deve diventare cibo per gli altri, perché non di solo pane hanno fame gli uomini ma anche, anzi soprattutto, di fede, e di speranza. Gesù – continua il vescovo di Avezzano – «è stanco di cristiani solo devoti che, come dice Benedetto XVI, vivono di scorciatoie e non permettono all’Eucaristia di trasfigurarli». Di qui l’invito a diventare ponti o, meglio, «sentinelle sulla frontiera tra la dimensione di Dio e quella della nostra vita» e la richiesta di pregare perché «le parrocchie siano comunità autenticamente eucaristiche».Un bisogno che può diventare realtà solo se ci si lascia guidare dal silenzio, quando il rumore delle fragilità quotidiane lascia spazio al respiro dell’Assoluto. «Il nostro impegno durante il Congresso di Ancona – spiega don Alberto Pacini rettore della basilica di Sant’Anastasia al Palatino a Roma e promotore dell’adorazione eucaristica perpetua – rispecchia quanto già viene fatto in cinquanta parrocchie italiane. Ogni adoratore garantisce un’ora alla settimana, significa che con 168 persone abbiamo l’adorazione perpetua. Qui nella chiesa del Santissimo Sacramento "copriremo" soltanto dalle 8 del mattino alle 17 mentre nella comunità dei Santi Cosma e Damiano, in cui l’esperienza è iniziata da più di un anno, la preghiera proseguirà per tutta la notte». Mese dopo mese ma forse sarebbe più giusto dire giorno dopo giorno il numero degli adoratori sta crescendo, senza distinzione di età, di censo o di professione. «Nel nostro Paese», prosegue il sacerdote, è in atto «un movimento di diffusione del culto eucaristico che coinvolge parrocchie, religiosi e laici». Un cammino raccontato da don Pacini nel volume «Adorazione eucaristica perpetua» (Edizioni M.A.) in cui sono raccolti dieci anni di storia, a partire dall’invito a «prendere il largo» lanciato da Giovanni Paolo II, che, nella
Novo millennio ineunte, chiede alle «nostre comunità cristiane» di diventare «"autentiche scuole di preghiera", dove l’incontro con Cristo non si esprima soltanto in implorazione d’aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lode, adorazione, contemplazione, ascolto, ardore di affetti, fino ad un vero "invaghimento" del cuore». A partire da queste sollecitazioni, conclude don Pacini, «sono nate in quasi tutte le regioni d’Italia luoghi di adorazione eucaristica perpetua, al servizio delle comunità parrocchiali e dei vescovi». Un’esperienza che ora troverà casa qui, nella chiesa dominata dal grande quadro del Caccianiga che ricorda l’Istituzione dell’Eucaristia, con Gesù che «comunica» gli apostoli raffigurati in cerchio attorno a Lui. «L’adorazione è importante – spiega suor Maria Stefania Segnalini della congregazione delle Figlie di Nostra Signora dell’Eucaristia – perché Gesù è il nostro compagno di viaggio, di giorno, di notte, in ogni momento della nostra vita. Diffondere la possibilità di stare davanti a Lui e così riprendere forza, coraggio, entusiasmo per affrontare tutto quello che ci capita, penso sia l’opera più bella». Un compito cui sono chiamati soprattutto i preti «senza i quali non c’è Eucaristia», ha ricordato monsignor Edoardo Menichelli intervenendo alla Messa di avvio dell’adorazione. «Pregate – ha aggiunto l’arcivescovo di Ancona-Osimo – per il dono delle vocazioni e per la santità dei sacerdoti». Perché scoprano sempre di più, e ogni uomo con loro, il valore del silenzio, E l’importanza, soprattutto quando costa sofferenza, di mettersi in ginocchio.