L’iniziativa di Papa Francesco di istituire una nuova Commissione per la protezione dei fanciulli evidenzia ancora una volta la linea di continuità del nuovo pontificato lungo la «linea intrapresa dal Papa Benedetto XVI» per affrontare il triste fenomeno degli abusi su minori. Una linea di continuità che si era a dire il vero già manifestata pubblicamente lo scorso 5 aprile, quando al termine di una udienza concessa al prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (Cdf) venne emesso una insolita nota in cui si specificava appunto che Papa Francesco vuole che la Cdf, nel solco tracciato da Benedetto XVI, continui a procedere «con decisione» nei confronti degli abusi sessuali compiuti da chierici su minori. Fin dall’inizio del pontificato quindi sembra chiaro che con papa Bergoglio prosegue la «linea Ratzinger» espressa nella Lettera Pastorale ai cattolici d’Irlanda del 19 marzo 2010 e articolata nelle Norme operative contro i cosiddetti delicta graviora pubblicate il 21 maggio successivo in una versione aggiornata rispetto alla loro prima promulgazione nel 2001, quando la competenza esclusiva sulla delicata questione venne attribuita da Giovanni Paolo II alla Congregazione all’epoca presieduta dall’allora cardinale Joseph Ratzinger. Una «linea» all’insegna appunto di una sempre più adeguata protezione dei minori negli ambienti ecclesiali e dei dovuti procedimenti canonici nei confronti dei chierici giudicati colpevoli di tali misfatti. Una «linea» che è stata confermata ieri dal cardinale Sean P. O’Malley che ha sottolineato come la nuova Commissione non cambia la responsabilità della Cdf sulla questione ma affiancherà, su un fronte più specificatamente pastorale, il lavoro "giudiziario" dell’ex Sant’Uffizio.