«L'impresa oggi dovrà entrare sempre più nel campo dei beni comuni», e cioè nella «gestione dei beni comuni, come l’acqua, le fonti di energia, le comunità, il capitale sociale e civile dei popoli e delle città». Lo ha detto ieri il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato di Benedetto XVI, inaugurando in Vaticano l’Executive Summit on Ethics for the Business World. «Poiché – ha spiegato il porporato – in una economia complessa e globale non può più essere lo Stato o il pubblico da solo ad occuparsi dei beni comuni, che per una sana gestione hanno bisogno del talento imprenditoriale». «Ma – ha subito aggiunto – proprio per questo, per i beni comuni c’è un urgente bisogno di imprenditori che non abbiano come mero scopo il profitto». «Occorrono quindi – ha proseguito – sempre più imprenditori civili, che puntando all’innovazione, alla creatività e all’efficienza, sono mossi da moventi più grandi del profitto, e concepiscono la loro attività all’interno di un nuovo patto sociale con il pubblico e con la società civile».Il cardinale Bertone ha fatto questo ragionamento dopo aver ricordato che «oggi» quando gli imprenditori vogliono prendere seriamente in considerazione la Dottrina sociale della Chiesa «devono osare di più», nel senso che non possono «limitarsi a pratiche di responsabilità sociale e/o di filantropia (cose che restano positive e meritorie), ma spingersi in nuovi territori e ambiti». E il più stretto collaboratore del Papa nel governo della Chiesa universale ha fatto due esempi di questi «nuovi territori». Uno è quello appunto la «gestione dei beni comuni», come l’acqua o le fonti di energia. L’altro riguarda la sfida della «crescente domanda di lavoro da parte di interi Paesi che hanno tanti giovani e pochissimo lavoro». Sfida che «l’imprenditore» deve affrontare utilizzando «il proprio talento di innovazione e creatività» in modo da «includere all’interno dell’impresa, dell’economia e del mercato i tanti esclusi».Il Convegno cui ha partecipato il cardinale Bertone, ospitato nella suggestiva Casina Pio IV immersa nei giardini vaticani, sede della pontificia Accademia delle scienze, è stato organizzato dal Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, dal Pontificio Ateneo Regina Apostolorum dei Legionari di Cristo e dal Fidelis International Institute. I lavori, che si concluderanno domani, sono iniziati con i saluti del cardinale Velasio de Paolis, visitatore apostolico dei Legionari, e del vescovo Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere dell’Accademia. Quindi dopo il discorso del segretario di Stato vaticano è intervenuto il cardinale Peter K. A. Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace. Quindi si sono svolte alcune tavole rotonde dove, tra gli altri, ha preso la parola anche Lorenzo Bini Smaghi della Banca centrale europea. Il cardinale Turkson, dopo avere commentato la situazione critica che sta vivendo la Grecia, ha anche osservato che la situazione economica di molti Paesi europei è minacciata dall’abbassamento del costo del lavoro in altri Paesi dove sempre più spesso viene delocalizzata la produzione. «I business di tanti Paesi europei – ha detto – stanno crollando perché dicono che le tasse sulle imprese sono troppo alte. Bene, forse è arrivato il momento di abbassare queste tasse per consentire più business». Il porporato africano ha poi anche rilevato che la situazione di bassa occupazione dei giovani «non è solo un problema di disoccupazione giovanile in sé ma riguarda tutti, perché se i giovani sono senza lavoro – si è chiesto – chi sosterrà le pensioni dei più anziani in una società europea in cui l’andamento demografico ci dice che si allunga l’aspettativa di vita e diminuisce la natalità?».