I
vescovi francesi lanciano un
grido d'allarme. In una sorta di lunga lettera rivolta al Paese a pochi mesi dalle presidenziali del 2017, la
Conferenza episcopale di Francia lancia un forte appello per i valori di
solidarietà, fratellanza e vivere-insieme.
"
Il contratto sociale ha bisogno di essere ridefinito", affermano i vescovi della République, dicendosi preoccupati, tra l'altro, per le fratture
della società transalpina e l'"
assenza di un progetto o visione
a lungo termine". Migranti, Islam, laicità, sono questi alcuni
dei temi affrontati nel lungo testo intitolato
Dans un monde
qui change, retrouver le sens du politique, da domani in
libreria.
"Il
contratto repubblicano che consentiva di
vivere insieme sul territorio nazionale non sembra più
funzionare",affermano i vescovi che aggiungono: i "valori repubblicani di
liberté, égalité, fraternité spesso branditi in modo incantatorio sembrano svuotati di senso per molti dei nostri contemporanei sul suolo nazionale".
Interpellato sul rapporto tra i migranti e la Francia dal quotidinao Le Monde, il il
presidente della Conferenza episcopale francese (Cef),
Georges Pontier ha detto: "Provo un pò di
vergogna per il nostro Paese quando vedo che la piccola
Giordania accoglie 1,5 milioni di rifugiati, altrettanti il
Libano e la Grecia e l'Italia fanno ciò che possono da anni".
Per Pontier sul tema dei migranti
la chiesa francese "non riesce a farsi sentire. Questa realtà
dei rifugiati viene anche strumentalizzata". Eppure, afferma,
oggi c'è un "
dovere di umanità", di "
fratellanza per usare uno
dei valori della République, che è anche una parola cristiana".
E ancora: "Non possiamo affabulare l'Europa sul 'Paese dei
diritti umani' e poi non manifestare un minimo di accoglienza. C'è una contraddizione tra l'immagine che vogliamo dare del nostro Paese e la realtà.
Non descriviamo ogni rifugiato come un terrorista potenziale!. Sono anche dei talenti", conclude
Pontier.