«Manda il tuo Spirito sul vescovo Angelo, che oggi hai posto a capo della Chiesa di sant’Ambrogio e di san Carlo: fa’ che confortato dai loro esempi, sia annunciatore fedele della tua verità e paterno soccorritore dei poveri». È la preghiera che si è levata ieri in Duomo durante il rito della presa di possesso della sede di Milano da parte del nuovo arcivescovo, il cardinale Angelo Scola. L’ormai già patriarca di Venezia non era presente al rito e, come riferiamo nelle pagine nazionali, ha delegato quale suo procuratore l’ausiliare di Milano, Carlo Roberto Maria Redaelli, vicario generale, che a nome di Scola si è assiso sulla cattedra episcopale. Da quel momento, mentre le campane del Duomo iniziavano a suonare, Scola è divenuto a pieno titolo arcivescovo di Milano, mentre il cardinale Dionigi Tettamanzi è arcivescovo emerito.La presa di possesso canonico della diocesi è l’atto giuridico col quale il vescovo eletto diventa a tutti gli effetti e formalmente pastore della Chiesa affidatagli dal Papa. Ma oltre l’atto giuridico, c’è sempre una «sostanza», una valenza, spirituale ed ecclesiale. Manifestata dalla «cornice» celebrativa nella quale è avvenuta, a mezzogiorno di ieri, la presa di possesso: la preghiera liturgica dell’Ora Sesta, svoltasi nella cappella feriale della Cattedrale, dietro l’altar maggiore.È stato lo stesso Redaelli a guidare la preghiera comunitaria e ad offrire una breve meditazione prendendo spunto dalla lettera apostolica con cui Benedetto XVI ha nominato Scola arcivescovo. Parole per additare la «nobile tradizione della diocesi ambrosiana» quale bussola per i primi passi del nuovo pastore, e la responsabilità della Chiesa milanese a dare sostegno al ministero di Scola.I vescovi ausiliari, il Capitolo metropolitano, il Collegio dei consultori, il Consiglio episcopale e le centinaia di fedeli raccolti nella cappella feriale (fra loro, numerosi, il personale della Curia) hanno pregato per il Papa, per i vescovi, per Scola, per i sacerdoti e i fedeli, ma anche per l’intera Milano: «Proteggi la nostra città e illumina le menti di coloro che l’amministrano, perché sappiano governarci secondo la vera giustizia». Se nell’abbraccio di una comunità orante si è svolta la presa di possesso, sarà egualmente nel segno della preghiera che la diocesi di Milano si prepara ad accogliere Scola, il cui ingresso ufficiale sarà domenica 25 settembre. Da ieri, anzitutto, in ogni Messa celebrata in diocesi, nella preghiera eucaristica dopo il ricordo di Benedetto XVI si ricorda il «vescovo Angelo». Nelle Messe delle domeniche 11, 18 e 25 settembre, nella preghiera dei fedeli, come comunicato ai fedeli ambrosiani da una lettera dello stesso Redaelli, è prevista un’intenzione per il nuovo arcivescovo. Lunedì 19, giovedì 22 e sabato 24 settembre si propone di celebrare una Messa «per il vescovo» e si suggeriscono momenti di adorazione eucaristica comunitaria. Il 25 settembre, quando alle 17 Scola entrerà in Duomo e riceverà dal suo predecessore, il cardinale Tettamanzi, il pastorale di San Carlo, si chiede che vengano suonate a distesa le campane di tutte le chiese della diocesi.