"Gratitudine e speranza". Questi i sentimenti espressi alla Radio Vaticana dal vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, monsignor Giorgio Bertin, all'indomani della Colletta nazionale nelle parrocchie, promossa dalla Cei in favore delle popolazioni del Corno d'Africa colpite da una terribile siccità. "Vorrei - confida i presuli - che questa iniziativa di solidarietà non termini semplicemente in un gesto umanitario limitato nel tempo; io vorrei che sia l'occasione per aprire maggiormente la mentalità delle persone e soprattutto anche le relazioni tra popoli, tra Stati, perché quello che sta succedendo nel Corno d'Africa è certamente la conseguenza della siccità, della mancanza di pioggia, ma l'aggravarsi di essa è anche conseguenza di una mancanza di vera solidarietà tra i popoli"."A Gibuti - spiega il presule francescano - per rispondere ai problemi della siccità, la nostra azione non trova grossi ostacoli di sicurezza, mentre in Somalia, nel centro sud, il problema più grave è proprio quello dell'insicurezza. Si può anche dire che mentre c'è una forte buona volontà di venire in aiuto a quelle popolazioni, il problema grave è come raggiungerle, perché la volontà che si esprime anche attraverso le donazioni poi trova uno sbocco molto difficile".