Essere «nel cuore della realtà», sapendola leggere, interpretare e anche guidare. Offrendo strumenti di crescita e di formazione, al servizio della Chiesa e del-l’Italia. Ecco forse la sintesi che condensa i 90 anni dell’Università Cattolica, di cui la Chiesa italiana oggi celebra la 87ª Giornata. E proprio «Nel cuore della realtà» è il tema scelto per questa Giornata. Si tratta, spiega Lorenzo Ornaghi, rettore dell’ateneo cattolico, «di una frase di padre Agostino Gemelli, che ritengo molto bella ed efficace, e che il Messaggio inviato dalla presidenza della Cei giustamente richiama per intero: 'agire soprannaturalmente nel cuore della realtà'».
Come si coniuga oggi lo stare nella realtà da parte dell’ateneo dei cattolici? La frase di Gemelli ci aiuta a rispondere alla domanda. La conoscenza della realtà, e in particolare la conoscenza scientifica della realtà, è la premessa e l’indispensabile condizione per produrre oggi la cultura necessaria ai tempi che ci attendono. Una cultura ispirata dalla ricerca di verità e alimentata dalla fede.
La Cattolica festeggia i suoi 90 anni. Ha condiviso gran parte dei 150 anni dell’Italia unitaria. In cosa consiste il legame tra l’ateneo e la società italiana? Nella nascita della Cattolica, che sorge esattamente 60 anni dopo l’Unità d’Italia, si rispecchia un’apparente ambivalenza, che, se la si osserva bene, non è per nulla tale. Nel progetto di padre Gemelli vi è l’idea di creare una classe dirigente alternativa a quella che guidava lo Stato liberale. Nello stesso tempo, però, Gemelli guardava nel cuore della realtà di quel momento, e intuiva che l’Università Cattolica avrebbe dovuto favorire la nascita di una classe dirigente al servizio dell’intero Paese, così confermando che tra le fondamenta più profonde e resistenti dell’unità nazionale c’erano i valori del cattolicesimo. Tale finalità è stata perseguita nei decenni successivi e ha poi trovato concreta attuazione nei momenti più complessi e talvolta drammatici della storia d’Italia. Senza far velo alla verità storica, potremmo dire che l’Università Cattolica ha sempre fornito un contributo impareggiabile e insostituibile quando l’Italia si è trovata di fronte alle svolte principali della sua storia.
E ai giorni nostri è ancora così? È ancora così, non solo nel servizio alle diocesi e, attraverso loro, alla società italiana, ma anche rispetto a quegli elementi vitali del tessuto sociale, e sono ancora tanti, che chiedono una vita politica ordinata e capace di offrire ai cittadini un’immagine credibile del futuro, fondata sulla prospettiva realistica e quindi affidabile di bene comune.
Il 21 maggio prossimo andrete in pellegrinaggio dal Papa. Segno del legame con la Chiesa universale, oltre che con quella italiana. Cosa significa essere un ateneo cattolico nell’attuale panorama universitario? Il legame speciale con la Chiesa universale è nel codice genetico dell’Università Cattolica. Anche in questa occasione mi piace ricordare una delle frasi del testamento spirituale di padre Gemelli: «Il Papa è il prediletto del Sacro Cuore di Gesù e noi servendo Lui, serviamo Gesù Cristo e lo facciamo regnare ». Questo speciale legame chiede oggi la responsabilità di attualizzare e confermare il tratto distintivo della storia dell’ateneo, cioè di essere stato in molte occasioni apripista per altre università cattoliche nel mondo. Tutti gli atenei cattolici hanno davanti a loro certamente tante sfide, ma due mi sembrano quelle principali. La prima è la risposta all’emergenza educativa. La seconda è quella di far sì che ogni sapere scientifico non si chiuda in se stesso, ma alimenti una cultura viva. La quale, per essere davvero tale, è cultura per il bene di tutti.
E nella situazione italiana, quali sfide attendono la Cattolica nel decennio che la porterà ai 100 anni di vita? Guardando agli Orientamenti pastorali dei vescovi italiani proprio per questo decennio, ci sentiamo fortemente impegnati nel servizio di questa responsabilità ecclesiale. E ci riconosciamo nel Messaggio della Cei, quando ricorda che la Cattolica è per natura propria il 'cortile dei gentili'. Del resto, la Cattolica è frutto di quell’impulso insopprimibile per cui la fede cristiana proietta i propri valori nel vissuto storico dell’uomo, facendosi generatrice di cultura.
Presto Giuseppe Toniolo, a cui è stato intitolato l’ente fondatore della Cattolica, salirà agli onori degli altari. Come la Cattolica custodisce il proprio patrimonio di 'santità'? Per la Cattolica, così come per il suo Ente fondatore, cioè l’istituto Toniolo che significativamente porta il nome del prossimo beato, la beatificazione è motivo di gioia grande e intensa: la nostra Università costituisce infatti la realizzazione di un’idea che fu cara a Toniolo in tutta la sua vita. Nella nostra storia abbiamo santi riconosciuti, come il beato Contardo Ferrini, o 'in attesa', come la venerabile Armida Barelli (che con padre Gemelli e Ludovico Necchi sono sepolti nella cripta della Cattolica, ndr ). Sono convinto che studenti, dipendenti e docenti della Cattolica e del Policlinico 'A. Gemelli', vivano questo patrimonio con la fierezza di chi, sapendo di rappresentare il presente di una storia grande, sa anche di doverne preparare la continuità nel futuro.