«Siete privilegiati di appartenere ad un popolo che sente vivamente sua l’identità mariana». Con queste parole l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, si è rivolto alle tantissime persone che ieri pomeriggio hanno gremito la Cattedrale di Carpi durante la celebrazione eucaristica per il riposizionamento della statua dell’Assunta in Duomo, a sei anni dal sisma. «Il ritorno della statua dell’Assunta nella sua “casa” – ha proseguito – rappresenta la conclusione dell’opera di restauro di questa Cattedrale, dopo il devastante terremoto del maggio 2012. Mi congratulo con il vostro pastore e con voi per l’affetto che vi unisce alla Madonna assunta, la cui storia è intimamente legata alla storia religiosa e civile della vostra città, oltre che a quella della Cattedrale.
È una presenza materna, discreta ma tanto senti- ta, che da ben cinque secoli accompagna la vita di voi carpigiani. Maria ha sempre vegliato su di voi e ha protetto il vostro territorio». Una constatazione suggellata dal fatto che un evento «decisamente mariano» – ha chiosato Gallagher – si realizzi nella solennità dell’Immacolata Concezione.
Parole di affetto e vicinanza che hanno commosso i fedeli. Il ritorno della statua dell’Assunta in Cattedrale rappresenta uno degli eventi più importanti in questo Anno pastorale: le oltre 7.000 persone che da settembre hanno fatto visita, nel palazzo vescovile, alla scultura riportata al suo antico splendore, sono l’autentica testimonianza di quanto i carpigiani sentano vicina la statua della Madonna. Commissionata dal principe Alberto III Pio e realizzata a Parigi dall’intagliatore carpigiano Gaspare Cibelli, la scultura in legno di tiglio, che le cronache raccontano essere giunta a Carpi dentro una cesta e portata in solenne processione per la prima volta nel 1516, è considerata la più interessante e significativa opera lignea del territorio emiliano.
Nel suo intervento il vescovo Francesco Cavina ha sottolineato come la presenza di Gallagher sia un ulteriore segno, dopo la visita pastorale del Papa e del segretario di Stato, «della grande vicinanza e attenzione della Santa Sede alla popolazione della nostra terra che è stata gravemente ferita, ma con tenacia e forza ha saputo reagire e, sostenuta dallo sguardo premuroso e rassicurante della Vergine, rialzarsi».
«La Madonna stessa si è fatta solidale con il suo popolo nel periodo del terremoto che ha sconvolto la diocesi – ha aggiunto il vescovo di Carpi –, per insegnarci cosa significa risorgere dalle macerie e mostrarci la via della vita. Il sisma ci ha fatto riscoprire una modalità nuova della presenza della Vergine perché ha riportato alla luce la sua bellezza antica e ciò costituisce un richiamo per tutti noi a ritrovare la fede limpida e forte di un tempo, a ripulire la nostra anima della polvere dell’abitudine, a combattere i tarli che hanno indebolito la vita cristiana, a liberarci dalle toppe di stucco con cui abbiamo creduto di curare le ferite esistenziali e a liberarci della vernice dell’ipocrisia».