Papa Francesco a pranzo con i poveri in Aula Nervi in Vaticano il 19 novembre scorso (Ansa)
Nel giorno della solennità dei santi Pietro e Paolo, venerdì prossimo 29 giugno, o nella domenica precedente o successiva, in tutte le Chiese del mondo ogni singolo fedele è invitato ad offrire il suo contributo, piccolo o grande a seconda della propria disponibilità e generosità, in favore dell’opera caritativa del Pontefice. È appunto la Giornata per la carità del Papa, o tradizionalmente Obolo di San Pietro.
La pratica di sostenere materialmente coloro che hanno la missione di annunciare il Vangelo – ricorda il sito creato dalla Santa Sede per spiegare il senso di questa iniziativa plurisecolare, www.obolodisanpietro.va – nasce con il cristianesimo stesso, con la funzionalità di permettere loro di impegnarsi interamente nel proprio ministero e prendersi nel contempo cura dei più bisognosi, come si evince già dagli Atti degli Apostoli. Alla fine del secolo VIII, gli anglosassoni, dopo la loro conversione, si sentirono tanto legati al Vescovo di Roma, che decisero di inviare in maniera stabile un contributo annuale al Papa. Così nacque il Denarius Sancti Petri, che ben presto si diffuse negli altri Paesi europei. Questa, come altre pratiche analoghe, passò attraverso molte e diverse vicissitudini nel corso dei secoli, fino a quando fu benedetta dal beato Pio IX, con l’enciclica Saepe venerabilis del 5 agosto 1871. A breccia di Porta Pia ancora “fresca”, in una lettera a tutti i vescovi e ordinari del mondo, papa Giovanni Maria Mastai Ferretti ringraziava con toni commossi il popolo cattolico per il sostegno che manifestava alla Cattedra di Pietro in circostanze drammatiche. «In questa occasione più abbondante del solito giunse a Noi l’obolo, con il quale poveri e ricchi si sono sforzati di soccorrere la povertà a Noi cagionata», scriveva il Pontefice, «meraviglioso spettacolo, invero, dell’unità cattolica, che dimostra evidentemente come la Chiesa universale, quantunque sparsa per tutto il mondo e composta di popoli diversi per costumi, per ingegno, per studi, sia informata dal solo spirito di Dio; e tanto più prodigiosamente sia da Lui sostenuta, quanto più furiosamente l’empietà la persegue e le fa guerra, e quanto più astutamente tenta sottrarle ogni aiuto umano».
La Chiesa italiana dedicherà la giornata di domani alla raccolta fondi per la carità del successore di Pietro, che va «dalle regioni del mondo martoriate a causa della guerra e della miseria alle marginalità estreme delle nostre città, sino a famiglie, malati, disabili, aiutati uno a uno nella più assoluta discrezione». I dati della raccolta italiana relativi al 2017 ammontano a 2.303.925 euro – comprensivi di 371.300 euro raccolti dalla Cei come offerta per l’Ucraina – a cui vanno ad aggiungersi altri contributi per un importo di 4.020.300 euro: 4.000.000 dalla Cei e 20.300 dall’arcidiocesi di Genova».
Alcune delle opere sostenute dal Papa con l’Obolo sono illustrate, con storie e foto, sul sito ufficiale prima citato.
Domenica compra Avvenire e aiuterai Francesco
Anche per quest’anno i mezzi di comunicazione della Cei – Avvenire, Tv2000, Radio InBlu, l’agenzia Sir – e i settimanali diocesani associati alla Fisc promuovono la raccolta di offerte dell’Obolo di San Pietro. Per la giornata Avvenire ha diffuso una lettera del segretario generale della Cei, il vescovo Nunzio Galantino, i manifesti da esporre nelle chiese e le buste con il pieghevole predisposto dall’Obolo di San Pietro con il relativo bollettino per le offerte; analoga iniziativa è stata realizzata dei settimanali diocesani. Domani inoltre l’intero ricavato dalla vendita di Avvenire, al netto dei costi diretti sostenuti, sarà devoluto per la carità del Papa. L’iniziativa riguarderà sia le vendite in edicola che quelle effettuate presso le parrocchie e anche quelle online. Nel suo messaggio Galantino ricorda che «consentire alla generosità del Papa di arrivare più lontano è un compito alla nostra portata, ognuno per le sue possibilità». Possiamo così «abbracciare insieme a lui l’umanità che attende, oggi e sempre, chi sappia ripeterci nei fatti che siamo figli di un Dio “ricco di misericordia”», come recita lo slogan della Giornata 2018. Alla proposta aderisce sempre più convintamente anche l’Azione cattolica, la cui segretaria generale Carlotta Benedetti ha inviato una lettera insieme al direttore generale di Avvenire Paolo Nusiner a tutti i presidenti parrocchiali per spiegare che «celebrando i 150 anni della nostra associazione questa Giornata è una rinnovata occasione per agire efficacemente per il bene» offrendo «un esempio della straordinaria vitalità e dello spirito di iniziativa dell’Azione cattolica».