"La precarietà non è aridità, ma
attesa. Arido è stato semmai quel sistema che ha sciupato
inutilmente tante risorse, rubando la speranza che in voi va
soltanto ridestata e rilanciata". È quanto ha scritto in una
lettera indirizzata ai precari monsignor Giancarlo Bregantini,
presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e
il lavoro e vescovo di Campobasso-Bojano. La lettera è stata letta domenica nell'ultima giornata del convegno nazionale "Nella
precarietà, la speranza" che si è svolto a Salerno, dallo stesso
Bregantini.
Nella lettera, il vescovo ha rivolto un appello a tutte le
istituzioni: dalle parrocchie, al sindacato alle banche "per ripulire
l'orizzonte futuro, in modo da guardare avanti senza più rabbie, nè
senso di sconfitta, nè ostacoli, che fino ad oggi hanno reso il nostro
Paese incapace di sviluppo, di sciogliere questo terribile nodo".
Un altro passaggio della lettera è dedicato al tema delle delocalizzazioni. "Chiediamo al mondo industriale di
restare fortemente innamorato di questa nostra terra italiana,
superando la facile tentazione di delocalizzare" dice monsignor
Bregantini. "È
fondamentale la modernizzazione di un piano industriale più
organico da parte di una politica responsabile, capace di
difendere i nostri stabilimenti, garantendo posti di lavoro per
tutti. La precarietà si vince insieme" creando "un patto di
fiducia tra le parti, superando ogni logica di scarto ed
esclusione".