sabato 12 aprile 2014
​I bambini vittime della Terra dei Fuochi, le conseguenze della crisi economica, il dramma dei migranti nei testi di Bregantini.
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Saranno pubblicati martedì dalla Libreria editrice vaticana i testi delle meditazioni della Via Crucis che sarà presieduta al Colosseo dal Papa il Venerdì Santo. Le meditazioni - scritte dall'arcivescovo di Campobasso-Boiano, Giancarlo Bregantini - inviteranno a riflettere "sulla crisi economica e le sue gravi conseguenze, sulle storie degli immigrati, sui mali che strappano alla vita tanti giovani". Nelle riflessioni preparate da Bregantini - rende noto Radio Vaticana - ci sono la disoccupazione, la speculazione finanziaria, i suicidi degli imprenditori, i drammi degli immigrati, le ferite delle donne che subiscono violenze, i traumi dei bambini abusati, il dolore di quelle madri che hanno perso i loro figli nelle guerre, nel baratro della droga o nel gorgo dell'alcol. Ma in Gesù che cade per tre volte lungo la strada verso il Golgota, l'arcivescovo di Campobasso-Boiano fa intravedere anche la certezza della speranza: dentro la prova, la preghiera intensa a Dio alleggerisce ogni croce personale. E così da Cristo si apprende ad accettare le fragilità, a non scoraggiarsi per ogni fallimento. Invece, Simone di Cirene, l'uomo che ha aiutato il Figlio di Dio a portare la croce, oggi ci dice che andare incontro all'altro, offrire il proprio aiuto, genera fraternità, e fa scoprire Dio in ogni essere umano.E ci sono anche le realtà drammatiche del Sud Italia: i bambini uccisi dai tumori causati dagli incendi dei rifiuti tossici, le necessità di quanti chiedono asilo, cercano una nuova patria ma trovano porte chiuse. Gli ultimi della società odierna sono lì, nelle diverse stazioni della Via della Croce, dove i patimenti di Cristo ricordano quelli dei detenuti, in carceri sovraffollate - con troppa burocrazia e una giustizia lenta - o in tetri istituti penitenziari, dove a volte la tortura è ancora una pratica.Ma c'è anche la Chiesa nella Passione di Gesù, ne è simbolo la sua tunica rimasta intatta, che rimanda all'unità da ritrovare, a quell'armonia da raggiungere con un "cammino paziente, in una pace artigianale, costruita ogni giorno" attraverso la fraternità, la riconciliazione e il perdono reciproco. E se straziante ha percorso i secoli l'immagine di Gesù deposto dalla croce tra le braccia di Maria, altro dice quest'icona chiamata "Pietà": "la morte non spezza l'amore. Perchè l'amore è più forte della morte. Chi è pronto a sacrificare la sua vita per Cristo, la ritroverà. Trasfigurata, oltre la morte".
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