L'apertura del Consiglio episcopale permanente della Cei - Siciliani-Gennari/CEI
Il Consiglio permanente della Cei è tornato a riunirsi oggi a Roma “mentre alle porte dell’Europa una guerra devastante sta seminando terrore, morte e distruzione”. E il cardinale presidente, Gualtiero Bassetti non ha peso l’occasione di lanciare fin dalle prime parole della sua introduzione ai lavori un appello per la pace. “Il nostro pensiero va alle vittime, ai loro cari e a quanti sono costretti a lasciare le proprie case per cercare un luogo sicuro: uniamo la nostra voce a quella del Santo Padre – ha detto -, affinché ‘in nome di Dio, si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi’. La nostra voce sale a Dio perché questa inutile strage del nostro tempo sia fermata”. QUI IL TESTO INTEGRALE
Per questo il cardinale ha anche rivolto un grazie a quanti di prodigano per l’accoglienza dei tre milioni di profughi – l’80 per cento dei quali sono in Polonia, ha sottolineato – e assicurato che anche la Chiesa italiana, soprattutto attraverso le Caritas è in prima linea.
Anche altri tempi hanno trovato posto nell’Introduzione, da uno sguardo alla situazione del Paese, alla denatalità, all’assegno unico, fino alla protezione dei minori e ai problemi connessi con il fine vita.
La guerra in Ucraina. “La grave crisi internazionale che stiamo vivendo – ha ricordato Bassetti - evoca per l’Europa il fantasma di un passato che si riteneva ormai definitivamente archiviato”. Morti e distruzioni, oltre ai profughi, non possono lasciarci indifferenti. Di qui l’appello del cardinale: “L’auspicio è che la mobilitazione della comunità politica internazionale possa trovare una soluzione al conflitto, intensificando gli sforzi diplomatici per arrivare alla cessazione delle ostilità e dell’indiscriminata violenza, che rappresentano sempre un passo indietro nel cammino dell’umanità”. Il presidente della Cei ha citato anche il recente incontro di Firenze, rivendicando la “bontà dell’iniziativa” e “l’orizzonte che si è aperto con questo nostro con-venire e con la firma della “Carta di Firenze”. Noi vogliamo costruire la pace – ha aggiunto -: vogliamo farlo per le nostre città, per le nostre comunità religiose, per le nostre famiglie, per i nostri figli. La pace è un valore che non si può barattare con nulla. Perché la vita umana non si compra e non si uccide! Sogniamo e vogliamo la pace tra tutti i popoli”. Per questo, ha annunciato, “venerdì 25 marzo, Festa dell’Annunciazione, ci uniremo con i Vescovi e i presbiteri di tutto il mondo a Papa Francesco che consacrerà la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria: è un ulteriore segno della misericordia di Dio che, al contempo, esprime tutta la preoccupazione del Santo Padre per questa situazione estremamente pericolosa per l’umanità intera”. Le Chiese infatti hanno “un ruolo insostituibile per l’edificazione di una vera pace, che ponga al centro dell’attenzione la dignità umana, il rispetto dei diritti, delle libertà di ogni persona e della vita, la costruzione di comunità solidali e aperte”.
Quanto all'accoglienza, "non si può pensare - ha rilevato Bassetti - che i Paesi di confine possano sostenere da soli questo impegno umanitario: occorrerà che l’Unione Europea decida di attuare un vero e proprio piano di ridistribuzione dei cittadini ucraini nei vari Stati membri. Stiamo, peraltro, assistendo all’arrivo di profughi anche nel nostro Paese. Nelle prossime ore, alcuni voli umanitari, da Varsavia, giungeranno in Italia, permettendo a centinaia di cittadini ucraini di essere accolti da circa 20 Caritas diocesane del nostro Paese. Sono numeri che cresceranno e che richiederanno un’accoglienza di non breve periodo". "Le nostre Chiese - ha aggiunto il porporato - stanno facendo e faranno la loro parte nell’accoglienza e nell’apertura di corridoi per favorire l’arrivo in sicurezza delle persone che sono bloccate nei Paesi di transito, che non riescono più a proseguire il loro viaggio o sono troppo vulnerabili per farlo. Anche questo è un contributo prezioso alla pace".
Lo sguardo alla situazione italiana. Ciò che preoccupa maggiormente i vescovi è che "L’orrore del conflitto" sta causando "un rovinoso effetto domino sull’andamento globale". E dunque "l’impatto sconvolgente della guerra ha colpito la società italiana in un momento in cui sembrava potersi concretizzare il desiderio collettivo di una stagione di ritrovata serenità, avvalorata dai numeri di una ripresa economica eccezionalmente intensa e dal progressivo superamento delle misure anti-Covid". La crisi energetica e l’aumento generalizzato dei prezzi, ha fatto notare il presidente della Cei, stanno invece pesando in misura considerevole sull’andamento dell’economia e sulla vita concreta delle famiglie, già duramente provate dalle conseguenze della pandemia. Del resto, l’esperienza ci dice che la crescita economica è certamente una leva di fondamentale importanza per la ripresa complessiva del Paese, un presupposto ineliminabile, ma le sue ripercussioni sulla società non sono automaticamente virtuose. Un sintomo rilevante è rappresentato dal fatto che nel 2021, a fronte di un’avanzata impetuosa del Prodotto Interno Lordo, il numero delle persone in povertà assoluta sia rimasto sostanzialmente stabile e su livelli allarmanti.
Il calo delle nascite. Anche sul versante demografico, ha ricordato il cardinale Bassetti, "i dati sono ancora una volta negativi, per l’effetto combinato delle morti per Covid – una tragedia che sarebbe intollerabile archiviare con superficialità e non solo perché il virus non è affatto domato – e dell’ennesimo minimo storico delle nascite che per la prima volta si sono fermate sotto la soglia emblematica delle 400mila unità. È confortante la notizia delle prime erogazioni dell’assegno unico per i figli, un provvedimento lungamente atteso che in prospettiva potrebbe contribuire in modo significativo ad arginare questa deriva e che andrebbe integrato con altre misure non solo economiche. Occorre tuttavia essere consapevoli che un’inversione di tendenza non sarà possibile senza un salto di qualità sul piano culturale". In sostanza "bisogna rifuggire la tentazione di strumentalizzare il disagio per interessi ideologici e occorre invece adoperarsi per ricucire e pacificare il tessuto delle relazioni umane e civili, con un’attenzione speciale per i più piccoli e i più fragili".
Lotta agli abusi e protezione dei minori. La Chiesa che è in Italia continua a procedere con passi decisi nella lotta agli abusi. "Un fenomeno - ha sottolineato Bassetti - che interpella nel profondo ciascuno e che non permette di abbassare la guardia. Ma, a tre anni dall’emanazione delle rinnovate linee guida, incentrate sulla garanzia per le vittime, e dalla costituzione del Servizio nazionale, è possibile dire che la rotta è tracciata e ben salda. Non solo vi è una rete di Servizi che tocca ogni Diocesi italiana, ma con l’istituzione capillare di Centri di ascolto, diocesani e interdiocesani, sono stati resi disponibili luoghi dove – con persone formate e
competenti in grado di accogliere, comprendere e confortare – viene esercitata l’accoglienza autentica delle vittime. Grazie a una formazione sempre più diffusa, inoltre, è possibile parlare oggi di un aumento globale della consapevolezza in ogni membro della comunità ecclesiale, di una cultura rivolta sempre più alla riparazione che al nascondimento, di una tensione alla verità e alla giustizia che non lascia indietro nessuno. In tal senso prosegue il cammino di discernimento e impegno per comprendere cosa è accaduto e perché, così da implementare ogni possibile attività di prevenzione e di tutela dei minori e delle persone vulnerabili all’interno della Chiesa".
Il fronte del fine vita. Il cardinale rileva che "sono da accogliere con sollievo la sentenza e le motivazioni con cui la Corte Costituzionale ha respinto il quesito referendario sull’omicidio del consenziente, mentre c’è da sperare che nel corso dell’iter parlamentare la proposta di legge sul fine vita riconosca nel massimo grado possibile il principio di 'tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili'. La Chiesa, fa notare il presidente della Cei, "conferma e rilancia l’impegno di prossimità e di accompagnamento nei confronti di tutti i malati, invocando maggiore attenzione verso coloro che, in condizioni di fragilità o vulnerabilità, chiedono di essere trattati con dignità e accompagnati con rispetto e amore. Ed insieme auspica un “nuovo metodo di partecipazione” rispetto a queste tematiche: il dialogo e il confronto sono le strade maestre per evitare derive ideologiche con cui si smarriscono il valore e la dignità della persona".
Cammino sinodale. Secondo Bassetti, il "percorso su cui si sono incamminate tutte le nostre Chiese sta registrando una partecipazione ampia e coinvolgente. Lo Spirito soffia sui nostri territori, muovendo fantasia e creatività, segno di un rinnovato entusiasmo". E questo perché, "il popolo di Dio ha nel cuore il desiderio di incontrare gli altri, senza preferenza di persona, ed essere riflesso di comunione in ogni luogo, perché fratello o sorella di tutti e, insieme, figli dell’unico Padre". Nella vita personale, dunque, "l’uomo e la donna di fede si mettono in ascolto di ogni persona che incontrano, in atteggiamento di accoglienza incondizionata dell’altro, soprattutto dei più fragili. Scelgono, con la postura del pellegrino, di essere in comunione, operando con delicatezza e umiltà con le Chiese sorelle e le altre religioni, e anche con coloro che, pur professandosi lontani dalla fede, vivono valori profondamente umani".