lunedì 6 aprile 2015
Le parole del cardinale nella liturgia pasquale.
Galantino: ritrovare l'orgoglio dell'identità cristiana
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«Con immenso dolore assistiamo alla crescente persecuzione dei cristiani in molti Paesi. È uno sterminio. La barbarie fanatica e feroce continua ad esibirsi senza fermarsi davanti a nulla e a nessuno, mentre il mondo sta a guardare, occupato dai propri interessi, paure e incapacità di governare: regna una colpevole inettitudine. Su quest'ora il giudizio della storia sarà senza remissione» e «verrà un giorno nel quale Dio chiederà conto a chi uccide nel suo nome e a chi non ha fatto nulla!». Sono le parole con le quali il presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco nella liturgia pasquale ha fatto eco all’accorata meditazione del Papa alla Via Crucis al Colosseo e poi ancora nel messaggio Urbi et Orbi di domenica. «È indifferenza davanti al dolore e all'ingiustizia? – s’è chiesto l’arcivescovo di Genova –. È paura vile verso chi semina terrore e minaccia rappresaglie? È timore di compromettere i propri affari con chi si condanna flebilmente di giorno e si fanno commerci di notte? È la ricerca di espandere la propria influenza geopolitica attraverso alleanze variabili e sostegni segreti? Anche turpi, che passano sopra i diritti umani, in primo luogo quello di professare liberamente il proprio credo nel rispetto di tutti? La follia fanatica, cieca e iconoclasta sta azzerando patrimoni che appartengono alla storia umana; ma soprattutto sta cancellando minoranze etniche, religiose e culturali fatte di uomini e donne, anziani, bambini e giovani che sono privati non solo di futuro, ma anche della vita».

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