Valgoglio. Una celebrazione eucaristica con i reverendi Giovanni e Attilio Sarzilla
Era il 30 maggio di 65 anni fa (il 1953) quando i fratelli gemelli don Attilio e Giovanni Sarzilla –con già viva dentro le pieghe della loro esistenza la passione per le scalate in montagna in particolare per le pareti spesso ripide e scoscese delle Dolomiti e per la pittura – venivano ordinati sacerdoti dall’allora vescovo di Bergamo, l’ambrosiano Adriano Bernareggi (elevato in quell’anno alla dignità di arcivescovo da Pio XII). E proprio questa mattina alle 10.30 i due “don” gemelli nati il 12 ottobre 1928 celebreranno nella chiesa parrocchiale di Valgoglio, in provincia di Bergamo, la Messa di ringraziamento per avere raggiunto questo storico traguardo: i 65 anni di ordinazione sacerdotale.
«Una grazia – rivela commosso don Attilio – perché Dio, nonostante gli acciacchi del-l’età, ci ha concesso questa fortuna di essere ancora qui e assieme». E aggiunge un dettaglio: «Il primo a entrare in Seminario nel 1943 è stato mio fratello Giovanni. Io l’ho raggiunto dopo due anni. Da allora non ci siamo più separati, nemmeno nel periodo di vacanza, fino al giorno della nostra Prima Messa nella primavera del 1953».
Una festa che vedrà la partecipazione di tanta gente ma anche di molti preti che quassù in questo angolo ameno della Valle Seriana hanno conosciuto “da vicino” i due sacerdoti. «Si tratta di due uomini di Dio – racconta il parroco delle comunità di Valgoglio e Novazza, don Marco Caldara –. Due artisti innamorati sin dall’infanzia dell’arte pittorica e che di tutto questo hanno fatto una consacrazione al bello, all’assoluto e a Dio». Quindi aggiunge: «Sono ancora dei valenti e preziosi collaboratori pastorali per la nostra piccola realtà».
Una vita quella di questi fratelli gemelli – che compiranno 90 anni ad ottobre – trascorsa tutta insieme dalla nascita alla scelta di diventare nello stesso giorno sacerdoti fino alla decisione nel 2006 di “ritirarsi” – dopo tanti anni di servizio attivo nelle parrocchie della diocesi di Bergamo – a Valgoglio, nella casa della cugina Lionella. Una vita quasi parallela quella dei due sacerdoti perché furono assegnati a parrocchie diverse: don Attilio è stato curato a Barzana, Grignano, Gromo e quindi parroco a Valgoglio e Monte di Grone; don Giovanni ha iniziato a Lallio, e quindi è diventato parroco a Valcanale e Grone. «Nessuno ci ha spinto a seguire questa strada insieme – confidano i due fratelli rievocando il giorno della loro ordinazione –: siamo stati chiamati e abbiamo risposto».
Anche se a volte destinati in luoghi di culto distanti, si sentivano ogni giorno e, quando possibile, si ritrovavano. «Dopo la Prima Messa nel 1953 ci hanno detto: adesso vi dovete proprio separare – rievoca con una punta di emozione don Attilio Sarzilla –. Io sono andato a Barzana e Giovanni a Lallio. Ma prendevamo la bicicletta e continuavamo a incontrarci». Oltre alla passione per le vette «alcune delle quali conquistate – confida don Attilio – con la veste talare, eravamo allora giovanissimi, come stabilivano e prescrivevano le disposizioni di allora... » ad accomunarli è stata la passione per l’arte figurativa: sono stati allievi del pittore Pietro Servalli, hanno affrescato un po’ ovunque santelle, chiese, cimiteri, fontane, dipinto pale d’altare tra le quali quelle dei bergamaschi la beata Morosini e il beato il cappuccino Tommaso da Olera, ritratti e paesaggi di montagna. «Siamo stati esperti nel ritratto – raccontano i due fratelli –. Abbiamo rappresentato moltissimi sacerdoti del nostro territorio ».
I due preti nel 2013 hanno donato alla comunità di Valgoglio venticinque opere che l’amministrazione comunale ha posto in uno spazio permanente loro dedicato, nell’edificio che ospita scuole e biblioteca. Recentemente un gruppo di ragazzi ha posto ai reverendi Sarzilla alcune domande, tra le quali questa: «Cosa direste oggi ai ragazzi e ai giovani? ». I due fratelli hanno risposto senza trepidazioni e tentennamenti: «Oggi i giovani sono svegli e consigliamo loro di provare ad andare in Seminario. È bello essere preti».
Aggiungendo: «Ringraziamo tutti i parrocchiani di Valgoglio e di Novazza che hanno sempre dimostrato particolare affetto nei nostri confronti in questi anni di permanenza in paese, posto sotto questo cielo stupendo e circondato da questi bei monti vicini al cielo». E ancora oggi i due anziani “preti novelli” «quando le condizioni di salute lo permettono» – confida don Caldara – salgono assieme all’altare della parrocchia e celebrano le Messe feriali e domenicali «e tutte le feste comandate», precisa don Attilio per la piccola comunità di Valgoglio. «Per noi questi 65 anni di Messa – confida infine don Attilio – sono un momento di grazia e di gioia per ciò che abbiamo ricevuto. Ma ci sentiamo anche pronti all’incontro ultimo e festivo con il Signore».