Un artista, ciascuno con un suo omaggio, per ogni anno di sacerdozio di Papa Ratzinger. Saranno 60 i pittori, scultori, architetti, fotografi, scrittori, musicisti, registi e persino orefici, che dal 4 luglio esporranno in Vaticano loro opere in omaggio di Benedetto XVI nei suoi 60 anni dall'ordinazione sacerdotale. Tra loro, nomi come il brasiliano Oscar Niemeyer, ultracentenario maestro dell'architettura, lo spagnolo Santiago Calatrava, lo svizzero Mario Botta, il greco Jannis Kounellis, gli italiani Ennio Morricone, Renzo Piano, Pupi Avati, Tullio Pericoli, Mimmo Paladino, Mario Ceroli, Paolo Portoghesi, Arnaldo Pomodoro. Il 4 luglio, nell'atrio dell'Aula Paolo VI, sarà lo stesso Benedetto XVI, che pochi giorni prima, il 29 giugno, avrà festeggiato i 60 anni di sacerdozio, a inaugurare la mostra "Lo splendore della verità, la bellezza della carità" e a intrattenersi con gli artisti, sulla scia dell'incontro del 21 novembre 2009 nella Cappella Sistina, anch'esso promosso come questo nuovo evento dal Pontificio Consiglio della Cultura."Vogliamo approfondire la ricerca di un dialogo che si è interrotto, quello tra arte e fede, che insieme in passato hanno prodotto grandi capolavori ma le cui strade da tempo si sono divaricate", ha spiegato il cardinale presidente Gianfranco Ravasi, incontrando i giornalisti nella sala stampa vaticana alla presenza anche di alcuni degli artisti invitati. "La liturgia è andata da una parte - ha proseguito -, mentre l'arte contemporanea ha intrapreso percorsi anche sconcertanti, fino a diventare persino blasfema. Si tratta però di un dialogo necessario, vista la parentela di questi due aspetti dell'animo umano che, su strade diverse, tendono entrambi all'infinito".Ravasi ha citato, ad esempio, Andy Warhol, che in camera aveva un crocifisso sotto cui accendeva sempre candele, o Lucio Fontana, che descriveva i suoi "tagli" come "spiragli sull'assoluto". La Chiesa, dunque, come nei secoli trascorsi, vuole tornare a esse promotrice di lavori artistici, anche - ha spiegato il "ministro" vaticano della Cultura - "rimettendo in contatto arte e liturgia", con un "recupero del passato". L'aspetto "problematico" della mostra, che resterà aperta al pubblico dal 5 luglio al 4 settembre, è stato la selezione degli artisti, di levatura internazionale e rappresentanti di "tutte le Muse", una scelta "affrettata, visti i tempi limitati per presentare le opere, quindi più emblematica che definitoria, per forza restrittiva", ha detto Ravasi con riferimento alle lamentele di chi si è sentito escluso. "Ogni autore si considera insostituibile nel panorama dell'arte - ha ironizzato - e non paragonabile con gli altri". Ci sarà comunque quell'Oliviero Rainaldi, la cui statua in bronzo di Wojtyla alla Stazione Termini ha suscitato tante polemiche. Tra gli altri italiani, Omar Galliani, Piero Guccione, Mimmo Jodice, Giuseppe Zigaina,, il fotografo Gianni Berengo Gardin, gli scrittori Roberto Mussapi, Luca Doninelli, Davide Rondoni. A ogni artista invitato, da febbraio, oltre al tema della mostra sono stati inviati testi del Papa che potessero essere d'ispirazione: molti hanno realizzato opere per l'occasione, altri hanno inviato pezzi del loro repertorio che potessero comunque rappresentare un omaggio al Pontefice. Ci saranno, quindi, oltre a pitture e sculture, ha spiegato mons. Pasquale Iacobone, capo del dipartimento "Arte e fede" del Pontificio Consiglio, fotografie, plastici architettonici, spartiti musicali, manoscritti di poeti e scrittori dedicati al Papa, video come quello che sta realizzando Pupi Avati. Lo spartito esposto da Ennio Morricone, ispirato alla Via Crucis, è addirittura a forma di croce, con una parte scritta in orizzontale e un'altra in verticale. Il grande Oscar Niemeyer, ancora attivo nonostante i suoi 103 anni, ha mandato il modello del campanile della nuova cattedrale di Belo Horizonte, ora in costruzione, "perché voleva che il Papa lo vedesse", ha sottolineato Ravasi, che personalmente lo ha voluto nella mostra.