L'arcivescovo Mario Delpini all'incontro organizzato da Fondazione Rui dedicato al dialogo tra Chiesa e Accademia sul governo della ripresa, al convitto Torrescalla - Fotogramma
«L’inquietudine deve essere accolta, dopo la confessione di inadeguatezza della scienza e le domande che rimangono, come un aiuto a essere persone intelligenti, che abitano in questa città. Tuttavia, l’inquietudine è destabilizzante: per questo si può porre anche la domanda del perché la vita sia amabile e il futuro desiderabile».
Richiamando il Discorso alla Città "Benvenuto, futuro!", «benvenuta inquietudine, benvenute domande, benvenuta università», sono gli auspici con cui l’arcivescovo ha concluso l’incontro che - presso l’Aula Magna del Collegio Universitario Torrescalla - ha riunito i rettori della Bocconi, Gianmario Verona, dell’Università Cattolica, Franco Anelli, il prorettore delegato del Politecnico, Emilio Faroldi, Maria Pia Abbracchio, prorettrice vicaria dell’Università degli Studi e Marco Orlandi, prorettore vicario della Bicocca. Titolo della Tavola Rotonda - promossa dalla Fondazione Rui e moderata da Giovanni Crostarosa Guicciardi, "L’occasione del futuro. Dialogo tra Chiesa e Accademia sul governo della ripresa".
«Vi è l’impressione – ha proseguito Delpini – che la civiltà europea contemporanea intenda suicidarsi, evitando di avere figli, di sporgersi su un futuro fosco e minaccioso che non pare tanto desiderabile».
E, allora, benvenuto è per l’università. «Gli Atenei sono il luogo adatto per dire a un giovane che la sua inquietudine non è destinata a generare ansia. L’università dice l’insieme, perché c’è una comunità che cerca le risposte e una cultura che aiuta a trovarle con un incontro interpersonale e interdisciplinare».
Di una nuova rivoluzione industriale con la digitalizzazione - la quarta per il mondo scientifico - parla il rettore Verona. «Siamo in coda a una guerra e, quindi, abbiamo un’opportunità economica straordinaria e possiamo rinascere come abbiamo fatto alla fine della Seconda guerra mondiale con il piano Marshall, paragonato da Draghi al Dprr».
Ma come riprendere? «Investendo sul digitale e mettendo, al centro la sostenibilità con attenzione alla tematica ambientale; diminuendo il divide effettivo con l’inclusione sociale ed evitando la polarizzazione della società». Infine, «puntando sul tema della responsabilità sociale d’impresa».
«Al centro di tutto abbiamo posto lo studente anche perché le nuove generazioni sono la cartina di tornasole della società» ha osservato il prorettore Faroldi, mentre la prorettrice Abbracchio ha indicato buone pratiche e sinergie. «Senza il linguaggio della scienza questo non sarebbe potuto succedere». Parole cui ha fatto eco il prorettore Orlandi. «È stato uno sforzo inutile? No, l’online è uno strumento in più per fare una didattica migliore».
Infine, il rettore Anelli, evidenziando la capacità delle Università milanesi e lombarde di funzionare in modo coordinato e armonico, ha sottolineato: «Il senso profondo di un’Università Cattolica è di rendere presente una riflessione culturalmente e valorialmente connotata. Il tema della conoscenza si pone, però, con problematicità, tanto che parte delle complessità di oggi nasce dal progresso delle conoscenze. La questione è che qualche volta questo scappa di mano». La risposta non è, certamente, la decrescita, ma «una crescita che non crei diseguaglianza».