martedì 8 dicembre 2015
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​Cielo livido di alba, il Cupolone di fronte. Tanta gente già in fila. Nuvole, pioggia che prende a scendere leggera, qualche ombrello che si apre. Mancano ancora tre ore e più, Roma si sveglia con tante luci blu dei lampeggianti via via che si avvicina a piazza San Pietro, pochissimo traffico, molta serenità. Nemmeno fa troppo freddo.Molte lingue del mondo, molti dialetti italiani. Le code per la prima perquisizione sono lunghe e lo sono ancor più quelle della seconda, per passare sotto il metal detector che suonerebbe anche con gli spicci e le cinture. E quando mancano cinque minuti all’inizio della celebrazione che sta per aprire il Giubileo della Misericordia, tanta, tantissima gente è ancora all’esterno del colonnato ad attendere il suo turno.Nessuno si spazientisce. Qualcuno legge il Vangelo che si è portato dietro, qualcuno parla col vicino, qualcun altro racconta il suo viaggio di stanotte.Tutto è molto composto. Sobrio. Anche i visi dei bimbi, dei ragazzi, di chi è venuto qui stamane. Non c’è paura. Gli altoparlanti annunciano che “per prepararci alla Santa Messa recitiamo il Rosario”. Tre quarti di piazza è gremita. Il Presepe e l’albero danno altra tenerezza. Le luci restano accese. E la testa alta.
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