Nuove regole riguardo all’ordinazione episcopale delle donne, con l’impegno di discuterle entro novembre 2015. È questa la principale novità scaturita dal Sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra che si è concluso ieri a York, in Gran Bretagna. Novità che in caso di sì alle donne vescovo causerebbe uno strappo nel cammino ecumenico. Con una maggioranza di 319 voti contro 84, la riunione dei delegati della Comunione anglicana nel Regno Unito ha, infatti, stabilito che quella dell’ordinazione delle donne vescovo «continua a essere una questione urgente» sulla quale proseguire il dibattito, a partire dal prossimo Sinodo, che si terrà nel novembre 2013. Anche se come è stato puntualizzato per l’approvazione finale della nuova proposta occorrerà seguire un cammino a tappe, già prestabilito, che si concluderà soltanto a fine 2015. L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, è sembrato «ottimista» sul fatto che il dibattito proseguirà in maniera positiva, e ha aggiunto «che c’è un forte desiderio» affinché questo accada. Le nuove regole che dovrebbero introdurre l’ordinazione delle donne vescovo sono da lungo tempo al centro di un difficile confronto tra i membri ecclesiastici che difendono la tradizione e i liberali. La Chiesa d’Inghilterra consente alle donne, fin dal 1992, di diventare sacerdoti ma la consacrazione episcopale è stata sempre negata sulla base di motivazioni teologiche. «Il problema è come procedere», ha spiegato un portavoce anglicano all’agenzia
Sir Europa, «e non è affatto certo che avremo le donne in mitra, entro il 2015, come molti vorrebbero». Il nodo, da sempre, è come accomodare parrocchie e fedeli che rifiutano l’ordinazione episcopale femminile e vogliono mantenere la libertà di scegliere un vescovo uomo. Le donne, dal canto loro, temono che questa eccezione, una volta scritta nella legislazione, indebolisca la loro autorità.Parlando di fronte ai delegati al Sinodo, prima della votazione, il primate anglicano Welby aveva sottolineato la necessità di creare «un clima di fiducia» e di mostrare «un approccio inclusivo» per quanto concerne «l’impegno a ordinare le donne vescovo esattamente sulla base di come già avviene per gli uomini». Sebbene nel novembre 2012 la proposta fosse stata bocciata con un “no” quasi inatteso che aveva fatto emergere profonde spaccature all’interno della Chiesa d’Inghilterra, ora s’intende andare avanti a discutere, e «lavorare – ha precisato l’arcivescovo Welby – sulla proposta, considerando che vi è stato un cambiamento di umore negli ultimi sei mesi». Va considerato che la pratica dell’ordinazione delle donne vescovo già avviene, per esempio, all’interno della comunità episcopaliana (il ramo anglicano negli Stati Uniti); oppure nelle comunità anglicane di Australia, Nuova Zelanda e Canada.Il Sinodo a York ha anche approvato una mozione che chiede di porre «massima attenzione» sulle politiche governative in tema di tagli al bilancio. E in particolare sulla necessità di evitare che gli impatti dei tagli al welfare colpiscano i più vulnerabili e di assicurare il sostegno alle fasce sociali più deboli.In occasione del Sinodo, infine, è emersa anche la questione relativa agli abusi sessuali sui minori. Dalla riunione sono emerse le scuse ufficiali in relazione a episodi che hanno coinvolto membri del clero anglicano nella nella diocesi inglese di Chichester tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. In un documento si condannano in particolare «i gravi errori» e i comportamenti che non hanno permesso di evitare gli abusi. I delegati hanno anche proposto una riforma delle pratiche nelle diocesi per difendere i diritti dei minori.