Ancora morti in
mare nel Mediterraneo e ancora responsabilità da parte
dell'Europa. L'arcivescovo di Agrigento, monsignor
Francesco Montenegro, presidente della Commissione Episcopale
per le Migrazioni, ha rilasciato una intervista alla
Radio Vaticana dopo la morte di trenta migranti questa
notte.
"Io spero che l'Italia riesca ad ottenere qualcosa di
più e a far muovere un po' di più questo marchingegno. - ha
detto - Il peccato originale dell'Europa è che non è
costruita attorno agli uomini, è costruita attorno
all'economia e alla finanza". Il presule ha aggiunto poi che
"fino a quando l'Europa sarà un grande salvadanaio non
possiamo aspettarci che l'uomo abbia l'attenzione che si
merita; saranno i soldi, se ci sono o non ci sono, che
permetteranno determinate azioni o determinati movimenti da
parte di tutte le Nazioni".
Riflessioni amare che non lasciano molro spazio neppure
ala semestre di presidenza europea da parte del nostro
Paese.
"Io non credo che in sei mesi si riuscirà a trovare una
soluzione; se fosse così, lo possiamo mettere nella
categoria dei miracoli", taglia corto mons. Montenegro.
"Nessuno può sognare che queste morti finiscano fino a che
questi viaggi continuano. Sono viaggi di speranza, ma
diventano sempre più viaggi di morte. Ormai ci siamo
abituati e sembra che sia una cosa normale, deve
succedere".
Certo 'Mare nostrum' è stato un passo ma il vescovo resta
convinto che verso i migranti "non si faccia molto. È vero
che le navi riescono a salvare tante vite; - è la sua
riflessione - può anche essere vero che loro approfittano
della presenza di queste navi, e quindi vanno avanti un pò
più sicuri. Però, accoglienza non è soltanto tirarli sulla
terra ferma e dare un piatto e dare un tetto. In qualche
modo, accoglienza - sostiene il respon sabile Cei per
l'immigrazione - è anche far sì che la vita di questa gente
venga riconosciuta come una vita meritevole di attenzione.
Sono persone che hanno una dignità: il Papa lo va
ripetendo".