Messa di Natale per i militari italiani in Afghanistan. L'ha celebrata, a Herat, l'arcivescovo Santo Marcianò, nuovo ordinario militare per l'Italia. Nell'omelia natalizia ha inviato un incoraggiamento al contingente impegnato in quel Paese, ma anche ai militari impegnati nelle altre missioni militari, come Libano e Bosnia, e nelle aree colpite da calamità naturali. Infine un pensiero è stato rivolto ai due marò sotto processo in India. Sempre nell'omelia Marcianò ha rivolto un appello alla costruzione della pace. Ha sottolineato in particolare l'importanza di mettersi al servizio e di donare la vita per i nostri fratelli. «L'educazione alla pace, così come il Natale - ha detto l'ordinario militare - richiede un cambio di vita in termini sobrietà, giustizia, amore. Un cambio possibile se si intravede la grazia di Dio che appare quando Dio si fa uomo manifestando la dignità di ogni uomo e riportando l'uomo alla sua originale dignità». E ha esortato in particolare i militari «a non smarrire mai il senso della profonda dignità dell'uomo, di ogni uomo, di cui tutti siamo a servizio».
Il ministro della Difesa, Mario Mauro, ha trascorso la vigilia di Natale tra i soldati di stanza in Afghanistan per poi spostarsi per il Natale in Libano, nella base di Shamaa dove gli italiani sono inquadrati nella missione Onu Unifil. Da qui ha salutato in video conferenza Massimilano Latorre e Salvatore Girone, i due marò detenuti in India.