venerdì 22 marzo 2013
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​Marzo 2013 è destinato a diventare un mese indimenticabile non solo per la Chiesa cattolica ma anche per quella anglicana, che ieri ha visto l’insediamento del nuovo arcivescovo di Canterbury Justin Welby. Già vescovo di Durham, Welby si è insediato ieri come primate della Chiesa d’Inghilterra, il cui capo supremo è la regina Elisabetta II, e leader spirituale della Comunione anglicana nel mondo. Il nuovo arcivescovo ha sostituito Rowan Williams che lo scorso novembre si è dimesso scegliendo di intraprendere un percorso accademico come preside del Magdalene College dell’Università di Cambridge. Alla cerimonia di intronizzazione, avvenuta ieri pomeriggio alle tre ora locale nella Cattedrale di Canterbury, hanno partecipato oltre duemila invitati tra cui diversi leader religiosi, il premier David Cameron e il principe Carlo. Al nuovo arcivescovo è giunto anche un doppio e straordinario augurio dal Vaticano, uno da parte di Papa Francesco e un altro da Benedetto XVI, in realtà scritto lo scorso 4 febbraio, prima di rinunciare al ministero petrino. «Non vedo l’ora di incontrarla nel prossimo futuro e di continuare le calorose relazioni fraterne di cui i nostri predecessori hanno goduto», scrive Papa Francesco, «la ringrazio per le cortesi parole contenute nel suo messaggio per me alla mia elezione e vorrei a mia volta offrire i miei saluti e i miei migliori auguri in occasione della sua intronizzazione nella cattedrale di Canterbury». «Il ministero pastorale – continua il Pontefice – è una chiamata a camminare nella fedeltà allo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo». «Sia certo – conclude – della mie preghiere, nel momento in cui assume le sue nuove responsabilità, e le chiedo di pregare per me, affinché io risponda alla nuova chiamata che il Signore mi ha indirizzato». Ieri mattina il Vaticano ha diffuso anche il testo del messaggio scritto a febbraio da Ratzinger, in cui rendeva «grazie a Dio» per i legami «consolidati da decenni» tra cattolici e anglicani e notava come l’inizio della nuova responsabilità per il primate anglicano coincidesse con «un momento in cui la fede cristiana viene messa in discussione in molte parti del mondo occidentale da parte di coloro che sostengono che la religione sia un fatto privato, senza alcun contributo da offrire al dibattito pubblico». «I ministri del Vangelo oggi – continuava Ratzinger – devono rispondere a una diffusa sordità per quanto riguarda la musica della fede, e una generale stanchezza che rifugge i doveri dell’essere discepoli. Tuttavia la fame di Dio, anche se non riconosciuta, è sempre presente nella nostra società e il compito di predica il Vangelo, come messaggero di speranza, è di affermare la verità con amore, ponendo la luce di Cristo nel buio della vita delle persone». «Che il vostro apostolato – così si concludeva la missiva – produca un ricco raccolto e apra gli occhi e le orecchie di molti al messaggio vivificante del Vangelo». In mattinata Welby aveva riconosciuto, durante un’intervista alla Bbc, le difficoltà del suo mandato alla guida di una Chiesa profondamente divisa dalle dispute sulle donne vescovo e sull’omosessualità. «Il matrimonio – ha ribadito – è e rimane l’unione tra un uomo e una donna». L’arcivescovo di Canterbury, scriveva ieri il corrispondente per le questioni religiose della Bbc, «ha ereditato una Chiesa che ha visto il numero di fedeli diminuire enormemente nelle ultime decadi e che ha difficoltà a promuovere un messaggio cristiano in una società sempre più scettica e secolarizzata». «Su di lui – ha concluso – ci sono molte aspettative».
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