Il parroco e i collaboratori della comunità romana di Santa Maria della Provvidenza
Corresponsabili della missione, anche sotto il profilo economico. È un grazie e un invito ai fedeli la Giornata nazionale di sensibilizzazione alla firma 8xmille, che verrà celebrata domani in tutte le 26mila parrocchie italiane. Una domenica di rendiconto a chi ha “firmato” migliaia di opere di sollievo agli ultimi, in tutta Italia, ha accompagnato i sacerdoti diocesani con una remunerazione decorosa, e ha dato mezzi all’annuncio del Vangelo e ad un’azione pastorale capillare nelle diocesi. Il passo successivo, oltre la trasparenza, è l’invito a scoprire da vicino il sistema di sostegno economico ecclesiale. Per riconfermare la firma, che non costa nulla in più ma costruisce una società che non distoglie lo sguardo. Ogni anno con l’8xmille la Chiesa si affida alle libere scelte dei fedeli.
Locandine e pieghevoli, eventi diocesani o parrocchiali sul sagrato, indicheranno come funziona e come partecipare al sistema circolare di condivisione e redistribuzione delle risorse. Dove consultare i bilanci locali e nazionali diffusi sui media e online, sui siti istituzionali della Cei (www.8xmille.it), così come la Mappa 8xmille, in continuo aggiornamento, che “geolocalizza” la condivisione, mostrando oltre 16mila interventi in tutta Italia, per regione, diocesi e comune. Sempre su internet è disponibile non solo il rendiconto 2017, ma la redistribuzione regionale alla Chiesa locale dei fondi 8xmille, in proporzione alla popolazione, per dare vita a mense e nuovi spazi parrocchiali per i giovani, restauri che tramandano fede e cultura, fino al microcredito per le famiglie in difficoltà.
Dagli 82 milioni di euro della Lombardia ai 32 di Abruzzo e Molise, dai 42,6 della Calabria ai 26,9 della Sardegna, solo fare alcuni esempi. A monte la firma di ognuno a favore della Chiesa cattolica. Un gesto che andrà sempre meglio motivato, in tempi di dichiarazioni dei redditi precompilate e di invio telematico, dove la firma, dematerializzata, sarà via via sostituita da un “flag” sul video, rischiando di far percepire il diritto alla scelta da parte dei cittadini come un optional. Durante gli eventi di domani incaricati diocesani e parrocchiali metteranno in luce anche il contributo dei titolari del modello fiscale Cu, per lo più pensionati, oggi non più obbligati a consegnarlo e che spesso rinunciano a firmare. Possono partecipare invece utilizzando la “Scheda” allegata al modello Redditi, disponibile in tutte le parrocchie, dove funzionano anche centri informazione 8xmille, che si incaricano di consegnarlo all’ufficio postale, rilasciando una ricevuta. Dunque un impegno a tutto campo della Chiesa italiana, che superi gli obblighi di legge sulla pubblicazione del rendiconto annuale, previsto dall’articolo 44 della legge 222 del 1985.
Si sono già mosse in questa direzione diverse diocesi: tra le altre, Mantova con il convegno sull’utilizzo dei circa 4 milioni di euro assegnati nel 2017, Vicenza con la presentazione di opere diocesane, alla presenza dei rispettivi vescovi, monsignor Marco Busca e monsignor Beniamino Pizziol. Poi il pieghevole unificato di tutte le diocesi dell’Umbria con rendiconti, storie e immagini, introdotto dal vescovo delegato per il sovvenire monsignor Paolo Giulietti. Una Chiesa in trasparenza, dove le parrocchie sono veicolo di informazioni e scuola di partecipazione. E le risorse economiche -come ha detto il vicario episcopale di Milano e presidente della Caritas ambrosiana, monsignor Luca Bressan, «strumenti per mostrare la potenza trasformatrice della carità e la comunione tra le Chiese».