Benedetto XVI ha rievocato "il periodo di disordini che ha precipitato la Cambogia nel buio" per "sottolineare come il coraggio, la fede e la perseveranza dei pastori e dei tanti vostri fratelli e sorelle cristiani, molti dei quali hanno trovato la morte", rappresenti per quel Paese "una nobile testimonianza alla verità del Vangelo". "Siate certi delle preghiere dei vostri fratelli e sorelle, il cui sangue scorreva nelle risaie", ha affermato in un video messaggio destinato al Congresso "Il Vaticano II e la Chiesa", che si conclude oggi a Phnom Penh. Organizzato in occasione dell'Anno della Fede, l'incontro ha offerto al Papa l'occasione di recarsi virtualmente, sottolinea Radio Vaticana, "in un posto e in un giorno che per la storia della Cambogia contemporanea, e soprattutto per la piccola Chiesa che vive nel Paese, significano moltissimo, e cioè il luogo dove sorgerà la nuova cattedrale di Phnom Penh, al posto di quella distrutta nel 1975, durante il sanguinario regime dei Khmer Rossi di Pol Pot, del quale oggi si ricorda il 34.mo anniversario della caduta"."Significativa in questo senso, al termine della Messa conclusiva di oggi, è stata la distribuzione di centinaia di copie dei testi conciliari e del Catechismo tradotti in cambogiano. Un segno di vitalità di una Chiesa che è si solo l'1 per cento della popolazione - a fronte di un 96 per cento di seguaci del buddismo - ma nella quale Benedetto XVI coglie un "dinamismo" dimostrato - dice - dai "numerosi catecumeni" e dai "battesimi di adulti", "un segno felice - sottolinea ancora - della presenza attiva di Dio" nei credenti cambogiani: "Siate lievito nella pasta della vostra società, testimoniando l'amore di Cristo per tutti, la costruzione di vincoli di fraternità con i membri di altre tradizioni religiose e camminando lungo le vie della giustizia e della misericordia". Ai seminaristi e ai sacerdoti cambogiani Benedetto XVI chiede che l'offerta della loro vita e preghiera sia "fonte di speranza" e di nuove vocazioni. E insieme, auspica che lo zelo dei missionari, religiosi e laici consacrati, di provenienza straniera "porti molti di coloro" da loro serviti e amati "a incontrare Gesù Cristo". E intense sono anche le parole rivolte ai giovani nella fede e a coloro che questo dono non l'hanno ancora: " Cari giovani amici, battezzati nel corso degli ultimi anni, non dimenticate che la Chiesa è la vostra famiglia: essa conta su di voi per testimoniare la vita e l'amore che avete trovato in Gesù. Prego per voi e vi invito a essere discepoli generosi di Cristo. E tutti voi che cercate Dio, perseverate e siate certi che Cristo vi ama e vi offre la sua pace".