La dottrina del matrimonio e della famiglia è un dono prezioso non solo per la Chiesa, ma per l’umanità intera. Oggi però questa verità è appannata, non riusciamo più ad esprimerla nel modo più credibile, la forza della nostra testimonianza rischia di risultare meno efficace. Lo dimostra, tra gli altri dati, la diffusa sfiducia dei giovani nel matrimonio che, soprattutto in Occidente, fa registrare numeri in pesante declino. Nelle grandi metropoli d’Europa i matrimoni religiosi sono in caduta libera, mai così pochi dalla Seconda guerra mondiale. Come reagire? Innanzi tutto trovando modalità più efficaci per ridire la bellezza del matrimonio e della famiglia in modo agevole e comprensibile a tutti gli uomini, anche – e forse soprattutto – ai non credenti. E poi tornando alla radice del Vangelo della famiglia, che è la Parola di Dio, Antico e Nuovo Testamento, padri della Chiesa, magistero. Ecco, la capacità di riaffermare in modo più fresco e accattivante il collegamento tra la missione della famiglia e «la sorgente zampillante» del messaggio di Gesù deve diventare «il cuore palpitante del Sinodo. Una sfida impossibile? «No, se facciamo eco alla parola di Gesù e se la attuiamo con uno sguardo di tenerezza misericordiosa sulla stagioni della vita familiare». Lo scrivono i padri sinodali del
"circolo italiano C" – moderatore il cardinale
Angelo Bagnasco, relatore il vescovo
Franco Giulio Brambilla – che questa mattina, come gli altri dodici "circoli minori", hanno consegnato alla Segreteria del Sinodo la relazione con le proposte di modifica per la seconda parte
dell’Instrumentum laboris. Il richiamo a un maggior radicamento nella Scrittura per aiutare la società dei nostri giorni, giovani naturalmente in testa, a comprendere le buone ragioni del matrimonio cristiano, si ritrova un po’ in tutte le relazioni. «Non si tratta di rifare tutta la teologia del matrimonio e della famiglia – annotano i padri sinodali del "
circolo francese A", moderatore il cardinale
Gerald Lacroix, relatore l’arcivescovo
Laurent Ulrich – ma è necessario che il Sinodo esprima gli aspetti più salienti e più urgenti di questa buona novella che non è riservata ai soli cattolici». Se la misericordia è la chiave per rileggere tanti aspetti della vita matrimoniale e familiare, si rende allora necessaria «una nuova definizione di famiglia», come fu per la
Gaudium et Spes o la
Familiaris consortio. La richiesta arriva dal "
circolo spagnolo A" – relatore il cardinale
Rodriguez Maradiaga, relatore il cardinale
Lacunza Maestrojuan – che sottolineano a questo proposito la necessità di ribadire, in modo rinnovato, l’analogia tra Chiesa e famiglia. Ma l'urgenza di una nuova definizione di famiglia è un dato che si ritrova in varie relazioni. I padri del
"circolo italiano B" – moderatore il cardinale
Edoardo Menichelli, relatore il cardinale
Mauro Piacenza – lo scrivono in modo esplicito: «Emerge la necessità di domandare un documento magisteriale» che possa riordinare la complessa e diversificata dottrina sul matrimonio e sulla famiglia. E, allo stesso tempo, «verificare i risvolti pastorali attinenti alla tematica». Chiarezza di linguaggio, maggior radicamento biblico e un esplicito collegamento tra il Sinodo e l’anno giubilare della misericordia sono anche le richieste che arrivano dai padri del
"circolo italiano A" – moderatore il cardinale
Francesco Montenegro, relatore padre
Manuel Jesus Arroba Conde – che chiedono anche di ampliare i testi dottrinali, «inserendovi la dimensione spirituale e pneumologica, accogliendo la sensibilità più propria della tradizione orientale». Nel
"circolo francese C" - moderatore il vescovo
Maurice Plat, relatore il vescovo
Paul André Durocher - si è invece invitato a superare le «opposizioni implicite» che sono contenute dell'
Instrumentum Laboris, il testo base sul quale sta lavorando il Sinodo. Occorre «un approccio più unificato: per esempio tra teologia e pastorale, tra verità e misericordia. Non lasciamoci intrappolare in false opposizioni e concessioni - che generano solo confusione». Il "
circolo inglese A" - moderatore il cardinale
George Pell, relatore l'arcivescovo Joseph Kurtz - indica invece delle "buone prassi" sul matrimonio che la Chiesa dovrebbe promuovere. Una di queste è la preghiera all'interno della famiglia. Nel
"gruppo inglese B" - moderatore il cardinale
Vincent Nichols, relatore
Diarmuid Martin è stato poi sottolineato che anche la terminologia della Chiesa dovrebbe scegliere parole «più accessibili agli uomini e alle donne del nostro tempo». Per esempio, invece che usare la parola "indissolubilità", sarebbe opportuno «un linguaggio meno legale che mostri meglio il mistero dell'amore di Dio, parlando dunque del matrimonio come grazia, benedizione e come patto d'amore per tutta la vita».