lunedì 7 novembre 2011
​Appello del Papa per la Nigeria all'Angelus in piazza San Pietro. L'odio e la divisioni seminati non risolvono il problema, ha detto Benedetto XVI domenica, auspicando che si ponga "fine ad ogni violenza".
«Saremo giudicati per le opere di carità»: il testo dell'Angelus
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Appello del Papa per la Nigeria all'Angelus in piazza San Pietro. L'odio e la divisioni seminati non risolvono il problema, ha detto Benedetto XVI domenica, auspicando che si ponga "fine ad ogni violenza". Il Papa ha fatto riferimento a quanto avvenuto nei giorni passati in Nigeria, dove una setta islamica ha provocato decine di morti in attacchi contro chiese cristiane e posti di polizia. "Seguo con apprensione i tragici episodi che si sono verificati nei giorni scorsi in Nigeria e, mentre prego per le vittime, invito a porre fine ad ogni violenza, che non risolve i problemi, ma li accresce, seminando odio e divisione anche fra i credenti", ha detto il Papa. "Il pensiero oggi non può non andare alla città di Genova, duramente colpita dall'alluvione", ha aggiunto Benedetto XVI dopo l'Angelus, assicurando la sua preghiera "per le vittime, per i familiari e per quanti hanno subito gravi danni". "La Madonna della Guardia - ha invocato il Pontefice parlando ai 40 mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro - sostenga la cara popolazione genovese nell'impegno solidale per superare la prova". PRIMA DELL'ANGELUS "Vera sapienza è approfittare della vita mortale per compiere opere di misericordia, perchè, dopo la morte, ciò non sarà più possibile". Lo ha detto Papa Ratzinger nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus di oggi. "Quando saremo risvegliati per l'ultimo giudizio, questo avverrà sulla base dell'amore praticato nella vita terrena", ha ricordato Benedetto XVI commentando "un'immagine felice" contenuta nella pagina del Vangelo di Matteo letta oggi nelle liturgie, quella delle dieci vergini che dovevano fare da damigelle a un matrimonio ma cinque di loro vengono escluse perchè rimaste senza l'olio che doveva tenere accese le loro lampade. "Le stolte - ha spiegato il Pontefice citando Sant'Agostino - non hanno portato l'olio che nel racconto è simbolo dell'amore, che non si può comprare ma si riceve come dono, si conserva nell'intimo e si pratica nelle opere". Per il Pontefice, "questo amore è dono di Cristo, effuso in noi dallo Spirito Santo. Chi crede in Dio-Amore porta in sè una speranza invincibile, come una lampada con cui attraversare la notte oltre la morte, e giungere alla grande festa della vita". "A Maria, Sede della Sapienza, chiediamo - ha concluso il Papa esortando i fedeli a pregare - di insegnarci la vera sapienza, quella che si è fatta carne in Gesù. Impariamo da lei a vivere e morire nella speranza che non delude".
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