mercoledì 23 settembre 2015
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Un uomo che ha scelto di servire Dio e gli altri, influendo positivamente nella società. Con queste parole, sabato, l’arcivescovo di Los Angeles, José Gómez, ha definito l’“apostolo della California”.  Quel beato Junípero Serra che questa notte sarà proclamato santo da papa Francesco nel Santuario dell’Immacolata Concezione di Washington. Un momento storico per gli Stati Uniti: per la prima volta, nel loro territorio, ci sarà una Messa di canonizzazione. Il rito si svolgerà fuori dall’imponente tempio, il più grande degli States e tra i più capienti del mondo. La ragione è il numero di richieste record da parte dei fedeli. Vi assisteranno 25mila persone – 10mila in piedi –, tra cui varie autorità e il vice-presidente Joe Biden. La Messa verrà celebrata in spagnolo in omaggio ai tantissimi gli ispanici arrivati per l’evento dalla lontana California. La patria adottiva del nuovo santo. E la terra in cui il francescano portò la Buona Notizia, fondando nove missioni nel XVIII secolo. Fra’ Junípero approdò a Veracruz, in Messico, nel 1749, dalla sua Maiorca. Ben presto, però, decise di recarsi sulla remota Sierra Gorda, fra i nativi per i quali creò fattorie e laboratori, corsi di scienza e arti. E ai quali annunciò il Vangelo.  Dopo l’espulsione dei gesuiti dal continente, 18 anni dopo, i francescani vennero invitati fra le popolazioni autoctone della California. Fra’ Junípero partì con slancio, assieme a quindici confratelli, e là rimase fino alla morte, nella missione di san Carlo Borromeo, a Monterrey, nel 1784. Papa Giovanni Paolo II lo proclamò beato nel 1988 a Los Angeles. In quell’occasione ricordò come il «gran obiettivo» del francescano fosse portare il Vangelo ai nativi d’America. Il 7 maggio scorso Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto di canonizzazione: da oggi «l’uomo che ha portato la fede nel Nuovo Mondo» – come ha ricordato il cardinale Donald Wuerl, arcivescovo di Washington – sarà il primo santo di origine ispanica degli Stati Uniti.
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