«Servono ponti, non muri!» Lo ha detto papa Francesco all’Angelus del 9 novembre scorso ricordando la caduta del Muro di Berlino e sottolineando la necessità di far crollare quei muri che ancora dividono, per costruire ponti che favoriscano l’incontro. Da qui la proposta del Servizio nazionale per la pastorale giovanile: fare dei ponti luoghi di incontro e di preghiera, in occasione della Gmg diocesana che si celebra la domenica delle Palme. Portare i giovani fuori, su quei ponti che solitamente percorrono per andare a scuola o al lavoro, su quelli che segnano le loro tappe d’amore o, ancora, su quelli più in periferia, dove l’incontro spesso è segnato da disperazione e miseria umana. «I giovani italiani vogliono sentirsi chiesa in uscita – commenta don Michele Falabretti, responsabile pastorale giovanile Cei – sapendo che la fede celebrata chiede di essere vissuta nei luoghi del quotidiano». Attraverso i ponti si può raccontare dunque un territorio, ma si possono anche raccontare gli italiani, i giovani italiani che usciranno dalle cattedrali per «invadere» insieme al proprio vescovo un ponte della loro città. E anche il tema scelto da Francesco, «Beati i puri di cuore», calza a pennello con questa proposta. «Chi è puro di cuore – dice Falabretti – sa trovare il modo di costruire ponti e relazioni. Chi è duro di cuore, rimane sulla sua riva». Il viaggio verso la Gmg di Cracovia allora può partire proprio da qui.
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