Una beatificazione «provvidenziale per il fatto di avvenire nel corso dell’Anno della fede» osserva padre Giovangiuseppe Califano, postulatore della causa di beatificazione di Odoardo Focherini, di cui lo scorso 10 maggio Benedetto XVI ha autorizzato a promulgare il decreto riguardante il martirio in
odium fidei, cioè in odio alla fede.E lo stesso postulatore ha accolto con grande gioia l’annuncio della data in cui avverrà la beatificazione, data comunicata dal Gruppo di lavoro costituito per far conoscere questa figura al di là dei confini locali, e di cui padre Califano è stato chiamato a far parte, insieme ai familiari, ai rappresentanti della comunità ebraica modenese e delle diverse realtà in cui Odoardo ha vissuto e operato.«È davvero provvidenziale – ribadisce padre Califano – in tempo in cui questa beatificazione avviene, a sottolineare come la fede esige talvolta l’adesione eroica al mistero della croce del Signore. Alla sua incrollabile fede, mai venuta meno neanche nei giorni che precedettero la sua morte nel campo di lavoro di Hersbruck, il futuro beato unì un’ardente carità verso il prossimo, che si manifestò in particolare nel salvare gli ebrei perseguitati nel nome di un intollerabile fanatismo razziale. Fede e carità sono dunque le virtù con le quali ogni cristiano può realmente concretizzare e rendere credibile l’adesione al Vangelo». Una spiritualità, la sua, irrobustita dall’educazione continua ricevuta nell’Azione cattolica che in quegli anni - pur nella diversità delle situazioni e delle esperienze locali - poneva obiettivi esigenti; una fede vissuta e praticata con convinzione, nella vita privata e professionale, fino a una coraggiosa testimonianza pubblica. «L’attualità di Odoardo – prosegue il postulatore – può essere inoltre rintracciata nella fedeltà che lui, padre di sette figli e marito premuroso, diede all’apostolato della stampa cattolica, evitando in tutti i modi che il giornale
L’Avvenire d’Italia (dalla cui fusione con
L’Italia nel 1968 nascerà poi
Avvenire), di cui era l’amministratore, potesse essere compromesso con l’ideologia nazista, atea e anticlericale. Fu proprio questa fedeltà il motivo per cui il servo di Dio venne perseguitato fino alla morte dai nazisti: essa destò l’
odium fidei del persecutore. Focherini – conclude –- rappresenta un esempio straordinario e attuale per tutti i giornalisti cattolici a rimanere fedeli alla missione di diffondere la fede e la verità e di difenderle dagli attacchi, subdoli o espliciti, che le vengono recati dai loro nemici».