Lo Stato accanto alla cooperativa Valle del Marro. A due mesi dalla condanna del boss della ’ndrangheta Saro Mammoliti per i gravi danneggiamenti e intimidazioni sui terreni confiscati e assegnati alla cooperativa, su quegli stessi terreni, in quegli uliveti dove erano state tagliate centinaia di piante, lo Stato mostra la sua presenza. «Siamo qui per portare solidarietà, vicinanza e sostegno ai questi giovani» spiega il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico. Una giornata storica quella di oggi. Mai vissuta in queste terre così difficili. In questi uliveti di Castellace, il regno dei Mammoliti, proprio accanto alla loro ville dove vive ancora parte della famiglia, arriva un corteo mai visto. Oltre a Bubbico ci sono il ministro per i Rapporti con le regioni, Carmela Lanzetta, il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, i procuratori di Reggio Calabria e Palmi, Federico Cafiero de Raho e Giuseppe Creazzo, il questore Guido Longo, i comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. «Una presenza così forte dello Stato è di incoraggiamento – commenta don Pino Demasi, parroco di Polistena, referente di Libera per la Piana di Gioia Tauro e "papà" cooperativa –. È una vicinanza affettiva ma anche una sinergia vissuta con quella normalità che noi vogliamo per la nostra terra». Ma è anche il momento per esporre le problematiche. I giovani della cooperativa fanno vedere le piante tagliate ma anche la strada abusiva che i Mammoliti hanno costruito sul terreno confiscato per raggiungere le loro ville. «Più volte abbiamo denunciato questa gravissima situazione ma non è successo nulla» spiega il vicepresidente Domenico Fazzari. Le autorità ascoltano con attenzione e assicurano che interverranno. Intanto alcune auto dei Mammoliti passano tra quelle delle scorte, rallentano, osservano. Forse si preoccupano. Ma ci sono anche altri problemi. «Noi non abbiamo ricevuto nessun euro pubblico – denuncia il presidente Giacomo Zappia – andiamo avanti solo con le nostre forze ma più di questo non riusciamo a fare. Vorremmo fare un salto di qualità ma troviamo tanti ostacoli. Eppure tante famiglie vivono grazie al nostro lavoro». Lo si tocca con mano nelle facce dei soci e degli operai, oggi tutti presenti a questo incontro. Belle facce pulite di una Calabria che vuole cambiare. Il viceministro spiega le strade per ottenere contributi, più da esperto che da politico. Si accalora, quasi provoca i giovani a darsi da fare. Consigli e riconoscimenti. «Voi state dando una grande testimonianza e ve ne siamo grati». Ma la giornata non finisce qui. Il lungo corteo di auto col lampeggiante scende dagli uliveti aspromontani fino a Polistena, il paese dove ha sede la cooperativa. L’incontro prosegue nel "palazzo Versace" confiscato alla cosca locale e assegnato alla parrocchia di don Pino. Qui sta nascendo un centro di aggregazione giovanile e già opera l’ambulatorio di Emergency. Ci saranno una bottega coi prodotti della cooperativa e un ostello anche per ospitare le centinaia di ragazzi che ogni estate decidono di passare parte delle vacanze nei campi di lavoro della Valle del Marro. Nella grande sala colorata le autorità prendono precisi impegni. «Respingeremo fin dall’inizio qualunque turbativa verso i giovani della cooperativa e le opere di don Pino» assicura il procuratore Creazzo. «Difendervi dalla ’ndrangheta è aiutarvi per un futuro migliore. La Procura avrà sempre la porta aperta, sarete sempre garantiti e protetti» aggiunge il procuratore Cafiero de Raho. «Vogliamo confermarvi che l’impegno dello Stato c’è e sarà ulteriormente rafforzato – ripete Bubbico – perché qui c’è il meglio della società che ha deciso di schierarsi per dimostrare che è possibile cambiare e noi dobbiamo sostenere questi sforzi». Confermando l’impegno del governo a migliorare norme e procedure per la gestione dei beni confiscati: «È una nostra priorità». Parole confermate dalla Lanzetta, orgogliosamente calabrese. «Stasera qui si respira una gran bella aria di libertà. Da che parte stare lo dobbiamo dire tutti e noi oggi lo abbiamo detto coi giovani della cooperativa sotto quei bellissimi ulivi. Ma abbiamo anche raccolto tante richieste che porteremo a Roma per dare delle risposte. Questa non è una promessa ma un impegno. E se ce ne fosse bisogno torneremo altre cento volte».