Era il principe indiscusso dalla mala milanese, autore di rapine e sequestri. Renato Vallanzasca, condannato complessivamente, a quattro ergastoli e 295 anni di reclusione, il vizio di rubare non lo ha perso neanche dopo anni di carcere e una quasi "conversione" resa pubblica con un ravvedimento avvenuto anni fa. Grazie alla sua buona condotta ha ottenuto di poter lavorare all'esterno del carcere di Bollate, in provincia di Milano, dove sconta la sua pena. Ieri intorno alle 20 è stato sorpreso da un addetto
antitaccheggio mentre si allontanava dopo avere sottratto dei
prodotti. Che si sono rivelati essere poi due paia di mutande e del materiale per giardinaggio. Una "vergogna" per il bel Reneé. Fermato dai carabinieri, è stato arrestato per furto aggravato.
Vallanzasca ha passato la
notte nelle camere di sicurezza dei carabinieri, in caserma, e
stamani è stato condotto a palazzo di giustizia dove è in corso
il processo per rito direttissimo.
Il giudice delle direttissime etribunale di sorveglianza hanno deciso stamani a Milanola convalida dell'arresto e la sospensione temporanea del regimedi semilibertà. Sulla ricostruzione dell'accaduto, ieri sera, all'interno
dell'Esselunga in viale Umbria, la società e i carabinieri
mantengono il massimo riserbo per evitare forme di
spettacolarizzazione. Secondo indiscrezioni, però, Vallanzasca è
stato notato rompere delle confezioni di boxer nella corsia
dell'intimo, e quando è giunto alle casse l'addetto
antitaccheggio gli ha detto che c'era altra roba da pagare. Lui
avrebbe risposto in modo altezzoso con un "E allora?" e si
sarebbe rifiutato di mostrare il contenuto della sua borsa. A
quel punto il responsabile del punto vendita ha chiamato le
forze dell'ordine. Dalla perquisizione sono emerse le mutande,
le cesoie e il concime, per un valore di circa 70 euro, e a quel punto i carabinieri gli hanno
intimato di accomodarsi nella gazzella. Lui non ha protestato
ed è salito sulla vettura.