«Mi unisco a quanti marciano per la vita e prego affinché i leader politici proteggano i bambini non nati e promuovano una cultura della vita». È con tale messaggio via tweet, in inglese e in spagnolo, che Benedetto XVI ha dato il proprio appoggio alla 'Marcia per la vita', la manifestazione di protesta che ogni 22 gennaio, a Washington, segna la sentenza della Corte Suprema americana che 40 anni fa ha legalizzato l’aborto negli Stati Uniti. Quest’anno, l’inaugurazione del secondo mandato del presidente Barack Obama ha avuto la precedenza sulla dimostrazione, ma il significato dell’evento, racchiuso nel tema della 'March for life 2013', non è secondo a nessuno. L’equazione 40=55M stampata a grandi lettere su molti dei cartelli sbandierati ieri dal mezzo milione di manifestanti radunati a Washington, era infatti chiara e potente. Nei quarant’anni dal caso 'Roe v. Wade' che rese possibile l’interruzione di gravidanza, 55 milioni di esseri umani sono stati uccisi dall’aborto. «Quasi la popolazione della California e di New York messi insieme», hanno sottolineato gli organizzatori della marcia, per illustrare come la procedura sia «chiaramente l’abuso dei diritti umani dei nostri giorni». Ecco perché questa edizione ha superato se stessa nel numero dei partecipanti che, oltre a giungere da tutti gli Usa in gruppi parrocchiali o studenteschi, o alla spicciolata, sfidando il freddo polare che sta attanagliando il Nordest, ha contato anche un numero di adesioni via social media senza precedenti – tra cui quella dell’idolo pop delle ragazzine Justin Bieber –. I quasi 40 mila giovani che ieri mattina si sono riuniti al centro conferenze Verizon, si sono poi uniti a centinaia di migliaia di attivisti per marciare verso la Corte Suprema Usa, responsabile della storica decisione, nel 1973. Non prima, però, di convergere in un impressionante rally nel 'Mall' di Washington – la spianata tra il Campidoglio e il memoriale di Lincoln – per partecipare a un momento di preghiera guidato dall’arcivescovo di Boston, cardinale Patrick O’Malley, e ascoltare le parole dei politici più conservatori. In prima linea, lo speaker della Camera, John Boehner, e l’ex senatore della Pennsylvania ed ex candidato alla nomina repubblicana per le presidenziali, Rick Santorum.