i carabinieri sul luogo della lite sfociata in omicidio - Ansa
«Si fa fatica a definire umano l’efferato agire di quelli che ieri hanno voluto “punire” un padre e una figlia per non aver rispettato regole da loro imposte, decretando la condanna a morte di tale padre». Parole dure, quelle del vescovo di Nola, Francesco Marino, sull’omicidio di Maurizio Cerrato. L’uomo, sessantunenne, è stato ammazzato l’altro giorno a Torre Annunziata, nel Napoletano, nel corso di una lite per un parcheggio. Cerrato era intervenuto a favore della figlia in una discussione con un gruppo di uomini. Alla giovane era stata bucata una ruota per aver parcheggiato in un posto occupato con una sedia. Da qui è scaturita la rissa che ha portato alla morte dell’uomo. Ieri i carabinieri hanno fermato cinque persone. Sarebbero gli autori dell’aggressione mortale ai danni di Cerrato. Dopo aver ristretto il cerchio intorno ai sospettati, la Procura di Torre Annunziata sta ricostruendo le responsabilità individuali.
«Condividendo con la Chiesa sorella di Napoli lo zelo e l’amore per questa magnifica terra, sento di esprimere alla moglie e alle figlie di Maurizio Cerrato, vittima di tanta brutale violenza, la vicinanza spirituale e assicurare la preghiera mia e della Chiesa di Nola tutta – scrive il vescovo di Nola –. La coltellata che ha ucciso Maurizio è un colpo mortale all’intera comunità civile ed ecclesiale di Torre Annunziata ». Quello di monsignor Marino è un duro atto d’accusa contro il malcostume all’origine della rissa che ha portato alla morte di Cerrato. «In tempi già segnati da tanto dolore – denuncia il prelato – è ancora più inaccettabile che qualcuno si ritenga padrone della vita di altri, oltre che padrone di pezzi di territorio comune: assurdo che un’intera città, ricca di rette coscienze, debba essere infangata dalla delinquenza di pochi. Invoco il Signore perché doni a tutti un vero sussulto di autoconsapevolezza e la volontà fattiva di costruire insieme, nella vita quotidiana, tessuti di giustizia e legalità».
Cerrato è stato commemorato ieri sera dalla sezione locale di Libera nel corso di una manifestazione. L’evento era già in programma. Ieri ricorreva infatti il trentanovesimo anniversario della morte di Luigi Cafiero, ucciso a 20 anni dalla camorra il 21 aprile 1982 per un errore di persona. «Il ricordo di Luigi si unisce al dolore per l’omicidio di Maurizio Cerrato: criminali, assassini senza scrupoli che hanno agito con arroganza e freddezza», è il commento del referente della sezione di Libera di Torre Annunziata, don Ciro Cozzolino.