mercoledì 18 aprile 2012
​La testimonianza è del regista Francesco Sperandeo, che sul suo profilo Facebook ha pubblicato una foto scattata sul volo Alitalia Roma-Tunisi. Il presidente della Camera, Fini: «Il governo riferisca sul caso con la massima urgenza». La polizia: era necessario, si ferivano e sputavano.
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Sta facendo il giro del Web la foto scattata sull’aereo Alitalia, che martedì ha percorso la tratta Roma-Tunisi, che ritrae un cittadino algerino rimpatriato mentre mostra, sulla bocca, una mascherina legata con nastro adesivo. Secondo la ricostruzione del sito stranieriinitalia.it e dell’autore della foto, il filmmaker Francesco Sperandeo (che l’ha pubblicata su Facebook), la polizia avrebbe utilizzato «fascette di plastica e nastro adesivo» per «bloccare polsi e bocche» di due cittadini algerini rimpatriati. Alle proteste di Sperandeo gli agenti gli avrebbero risposto «di tornare al mio posto perché si trattava di una normale operazione di polizia». Lo stesso autore della foto ha aggiunto: «La cosa più grave è che tutto è accaduto nell’indifferenza dei passeggeri».Stranierinitalia.it ieri chiedeva «se, oltre al diritto di rimanere in Italia, sia giusto togliere la dignità ai migranti espulsi da questo Paese. Quanto sia normale tappare la bocca col nastro adesivo ai migranti rimpatriati – conclude il portale – dovrebbe ora chiarirlo il ministero dell’Interno». Chiamata in causa, la polizia ha spiegato che i due provenivano da Tunisi diretti in Turchia con scalo a Roma. Dopo il respingimento è stata loro applicata una mascherina fermata con nastro adesivo, per la tutela degli altri passeggeri del volo Roma Tunisi. I due immigrati, è stato riferito, sarebbero arrivati a Fiumicino il 15 aprile, attorno alle 7, e avrebbero rifiutato, per due volte, di imbarcarsi sul volo diretto in Turchia tentando di rimanere in Italia.Dopo aver constatato il protrarsi del rifiuto all’imbarco, e anche il no a rientrare in Tunisia, le autorità italiane hanno adottato la procedura di respingimento. I due immigrati hanno fatto resistenza e poiché – sempre stando alle prime ricostruzioni riferite da fonti del Dipartimento di sicurezza – tentavano di ferirsi alla bocca, mordendosi, per poi sputare sangue addosso alle persone ed evitare il reimbarco, è stata loro applicata, la mascherina per consentire la sicurezza dei passeggeri in volo. I due algerini sono stati riconsegnati, all’arrivo a Tunisi, alla polizia tunisina. Sul caso, il capo della polizia Antonio Manganelli, ha chiesto una «dettagliata relazione» alla Polizia di frontiera di Fiumicino. I poliziotti potrebbero comunque rispondere di abuso di autorità e di violenza privata.La notizia ha scatenato una serie di reazioni nel mondo politico e istituzionale, spesso diffuse prima della replica della polizia. «Il governo riferisca con la massima urgenza» sulla vicenda, ha chiesto il presidente della Camera Gianfranco Fini al ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda. «Se fosse confermato quanto denunciato – ha commentato la responsabile Immigrazione del Pd, Livia Turco –, sarebbe inaudito e creerebbe un forte sentimento di sdegno e sconcerto. Anche se i rimpatri sono necessari, devono essere effettuati nel rispetto dei diritti umani». «Incerottare due uomini e non permettergli di parlare ed esprimere il loro disagio è davvero troppo – ha riferito Paola Binetti, deputata dell’Udc – . Normale è ragionare di immigrazione, di flussi e di quote ed esigere rispetto per le regole del Paese», altra cosa è «ridurre le persone in forme di moderna schiavitù».
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