C’è qualcosa che proprio non va in questa triste e infinita storia dell’inquinamento ambientale in Campania. Da un lato i cittadini che hanno sotto gli occhi uno scempio che non trova paragoni altrove e si danno da fare, informano, denunciano, collaborano, chiedono aiuto alle legittime autorità. Ci sono poi i cosiddetti "pentiti" della camorra. Sinistri figuri che dopo aver avvelenato il territorio, oggi, per un motivo o un altro, parlano, fanno nomi, cognomi dei responsabili e complici di cotanto scempio. Tra costoro – non è un segreto – ci sono non solo delinquenti, ma politici, industriali, colletti bianchi. Le sentenze dei tribunali non impressionano troppo gli avvelenatori perché quando la giustizia arriva, il reato è già caduto in prescrizione. Intanto, la gente si accorge di un aumento anomalo di patologie varie, in particolare tumorali e leucemiche. Si sta impressionando eccessivamente? L’allarmismo di pochi è riuscito a coinvolgere emotivamente la popolazione? La Chiesa campana, già due anni fa, in un documento, definì una «vera ecatombe» l’aumento di tumori nelle nostre zone. Non siamo scienziati. Siamo semplici cittadini e come tali detentori di diritti che non disdegnano, però, di fare il proprio dovere e qualcosa in più. Ad Aversa, sabato scorso, la Chiesa italiana ha celebrato la giornata della custodia del Creato. Nel suo intervento, il direttore del registro tumori, Mario Fusco, ancora una volta ha ribadito che, secondo le sue informazioni, non risulta alcun aumento di patologie tumorali nella nostra terra. Si muore di più, ha detto, non per questioni ambientali, ma per la sanità campana che non funziona come dovrebbe. Superfluo dire che le sue affermazioni, come sempre, sono state subito confutate dai dirigenti dell’Istituto nazionale tumori e della Fondazione Pascale. A distanza di due giorni, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a Napoli, è tornata sul tema e ha affermato: «Dobbiamo intervenire sui comportamenti giusti anche a tavola... in Campania occorre una grande campagna di prevenzione sugli stili di vita, sulle cattive abitudini legate al cibo, al fumo, e all’abuso dell’alcol che sono la prima causa dei tumori». Giusto. Il problema, però, è che il ministro ci mette in guardia dal fumo delle sigarette, ma non spende una parola sulle colonne di fumi sprigionati da pneumatici, vernici, pellami, diluenti, solventi, collanti, coloranti... E l’amianto? Ricorda, ministro Lorenzin, quando ne parlammo in una riunione al Ministero dell’Agricoltura? E le acque inquinate delle nostre falde? E le cave preparate per i rifiuti urbani che sono state inzuppate di rifiuti industriali? E le conclusioni cui giunse l’ultima Commissione di inchiesta presieduta da Gaetano Pecorella, che paragonava la nostra situazione alla peste del 1600? In certe case, a cominciare dalla mia, ci sono non uno, ma tre, quattro casi di tumori: è proprio così normale? Non sorge qualche dubbio? Non vale la pena rifarsi al tanto richiamato "principio di precauzione"? E poi, una volta diagnosticato il cancro, dove curarlo? Al Ministero si ha idea di quanto lunghi siano i tempi di attesa per un ricovero? Certe parole ci feriscono profondamente. Ed è evidente come le affermazioni del ministro sull’aumento dei tumori siano in contraddizione con quelle di Fusco... Lo scollamento che va crescendo tra il popolo sovrano e chi lo guida è un male da esorcizzare a tutti i costi. La mancanza di fiducia nelle istituzioni che va prendendo pericolosamente piede nella gente deve essere fermata al più presto. In un incontro avuto con i ministri Lorenzin, Galletti e Martina, qualche mese fa, dissi loro: «Signori ministri, la parola data va mantenuta sempre, anche a costo della vita. Quando è lo Stato a non mantenere fede alle promesse fatte, si corrono seri rischi. Prometteste di mandare in Campania 850 militari per due anni, ne sono arrivati cento e per un anno solo, ma la maggior parte degli italiani non lo sa. Prometteste di fare una legge sulla "Terra dei fuochi" tale da scoraggiare qualsiasi delinquente dallo sversare, ne è venuta fuori una leggina che ha ben poche probabilità di impaurire qualcuno». Suggerimenti elementari che non furono mai accolti. Per favore, signora ministro, cambi strategia. Non permetta a un popolo così provato e amareggiato di giungere all’esasperazione. La Chiesa campana e italiana stanno al vostro fianco. Lavoriamo insieme. Con onestà e trasparenza, affrontando il problema con il coraggio e la serietà che merita.