sabato 20 maggio 2023
Il primo ministro canadese contro le «posizioni italiane». La replica: in linea con amministrazioni precedenti e con le decisioni dei tribunali. Colloqui con Scholz e Macron, "passeggiata" con Biden
Trudeau a Meloni: timori per diritti Lgbt. La premier «sorpresa»: attacco a freddo

ANSA

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Un attacco a freddo, inatteso, che ha destato stupore e rammarico in Giorgia Meloni e nell’

entourage

che la segue al G7 giapponese di Hiroshima. Durante il bilaterale con Justin Trudeau, il primo ministro canadese ha espresso «preoccupazione» per «alcune delle posizioni che l’Italia sta assumendo in termini di diritti Lgbt». La presidente del Consiglio italiana è rimasta di sasso e ha replicato al collega canadese in modo asciutto: Roma, spiega Meloni, non ha cambiato la legislazione in essere e si attiene alle decisioni dei tribunali.

Al termine della prima giornata di lavoro la premier italiana, attraverso il suo staff, torna sulla vicenda definendo «sorprendente» l’iniziativa canadese. Il tema, spiegano fonti di Roma, non era tra gli argomenti-chiave del bilaterale. Si sarebbe trattato di un passaggio di pochi secondi. Tuttavia ad ascoltare il “botta e risposta” c’erano cronisti canadesi e, soprattutto, proprio lo screzio sui diritti Lgbt è stato enfatizzato dagli sherpa di Trudeau.

Per la premier italiana è un velo su una giornata considerata positiva dal punto di vista delle relazioni internazionali. E come prevedibile, la tensione Italia-Canada sui diritti civili ha avuto subito una ricaduta sulla politica interna. Con il centrodestra compatto a difendere la premier e le opposizioni che, invece, rimarcano le «preoccupazioni» che ci sarebbero tra gli alleati occidentali per le posizioni del governo. Non ci sarebbe da stupirsi se la premier tornasse sul confronto-scontro con Trudeau in sede di analisi finale del suo G7.

La giornata aveva altri auspici per la delegazione italiana. La vista mozzafiato sull'isola di Miyajima, il santuario di Itsukushima, il parco della Pace di Hiroshima e la “guida” accorata del primo ministro giapponese Kishida lasciavano presagire un clima più disteso. E in effetti, al netto dell’incidente con Trudeau, Meloni avrebbe di che essere soddisfatta. La passeggiata tra Biden e Von der Leyen, la solidarietà di Macron per la situazione in Emilia-Romagna, il colloquio con il tedesco Scholz in cui si registrano passi avanti sul dossier Ita-Lufthansa, al termine del quale è stata annunciata la visita «presto» del cancelliere in Italia. E soprattutto un nuovo “faccia a faccia” con l’inglese Sunak, ormai interlocutore privilegiato dell’Italia sul dossier Ucraina e non solo.

Durante la sessione economica, Meloni ha ripetuto concetti già noti: «C’è stata una lettura superficiale dei rischi della globalizzazione, si sono rafforzate le autocrazie, le democrazie si sono indebolite. Dobbiamo - ha osservato la premier - riprendere il controllo delle catene strategiche del valore». E soprattutto lavorare con l’Africa evitando di lasciare «spazi vuoti» da parte dell’Occidente.

Sul nodo della Via della Seta la delegazione italiana afferma di non aver ricevuto pressioni per lasciare l’accordo con la Cina, tuttavia si conferma che una decisione in merito arriverà nei tempi previsti, entro la fine dell’anno. Sul dossier ha fatto un richiamo forte ieri anche Ursula Von der Leyen.

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