lunedì 12 febbraio 2024
La maggioranza si ricompatta: franchigia per i redditi agricoli sino a 10mila euro e sconto del 50% sino ai 15mila euro. La Lega esulta: grande soddisfazione, era la nostra richiesta
Alcunidei trattori degli agricoltori accampati ormaida giornial presidio di via Nomentana, alle portedi Roma

Alcunidei trattori degli agricoltori accampati ormaida giornial presidio di via Nomentana, alle portedi Roma - Ansa

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Il presidio dei trattori alle porte della Capitale, almeno per il momento, non sarà smobilitato e la manifestazione di giovedì prossimo al Circo Massimo pare confermata. Del resto anche la premier Giorgia Meloni ha chiarito di comprendere le ragioni dei manifestanti, perché «l’ambiente non si salva certo contro gli agricoltori», né tanto meno con «le follie» imposte dalla transizione ecologica. Tuttavia, dopo i fischi della settimana scorsa, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida è riuscito a convincere il movimento Riscatto agricolo, uno dei più organizati del fronte in rivolta, soddisfatto dell’incontro avuto ieri al Masaf e dei nuovi interventi annunciati dall’esecutivo a favore del settore. Su tutti la modifica dell’emendamento al Milleproroghe sull’Irpef che, oltre all’esenzione per i redditi fino a 10mila euro, conterrà un ulteriore elemento di progressività, con la riduzione del 50% dell'importo da pagare per quelli compresi tra i 10mila e i 15mila euro (anche se la norma riguarderebbe solo gli imprenditori agricoli professionali e i coltivatori diretti in forma individuale o in società semplice). Un risultato che la Lega ha provato a intestarsi quasi subito, al termine di un pressing durato tutto il giorno e nel tentativo di confermarsi come partito di riferimento della protesta a scapito di Fdi.

A far felici Riscatto agricolo è stato anche il «riconoscimento istituzionale» ricevuto: i rappresentanti del movimento hanno annunciato l’imminente costituzione «di un sistema organizzato di rappresentanza nazionale», assicurando al governo l’intenzione di sostenere tutte «le azioni finalizzate alla difesa del Made in Italy in Italia e in Europa». Un punto a favore di Lollobrigida che, oltre alle modifiche sull’Irpef, ha promesso anche interventi sulle vendite, facendo sapere che «in presenza di acquisti inferiori al prezzo medio di produzione pubblicato da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ,ndr)», scatteranno «verifiche automatiche». Per quanto riguarda la concorrenza di Paesi terzi, si lavora invece per far passare la proposta del ministro francese Marc Fesneau sul principio di reciprocità, «per evitare – ha spiegato ancora il ministro – che nella nostra Nazione arrivino merci provenienti da Stati che non rispettano le stesse regole imposte ai nostri agricoltori». Ci sono poi «il sostegno al reddito dei più deboli e l'abbattimento dei costi di produzione», che «restano la stella polare dell'esecutivo».

Ad affrontare il nodo del credito è stato invece il sottosegretario Patrizio La Pietra, chiarendo che per il 2024 «sono disponibili 80 milioni di euro» e che, «nel tempo, Ismea verrà potenziata», diventando «sempre più una valida garanzia per l'agricoltore che si rivolgerà agli istituti bancari». Ovviamente, hanno precisato da Riscatto agricolo, questo non significa che la protesta si fermerà, almeno finché non sarà tutto nero su bianco e «anche se a Roma stanno pensando di tornare nei luoghi di origine, una ventina di presidi rimarranno operativi, in Lombardia, in Friuli Venezia Giulia, Campania, Puglia e in Sardegna», ha spiegato Davide Pedrotti, referente del collettivo per il bresciano. Si punta ad arrivar fino al 26 febbraio «quando ci sarà la riunione straordinaria della Commissione Ue a Bruxelles e si vedrà se le modifiche alla Pac annunciate saranno realizzate».

Ma attenzione: se Riscatto agricolo è soddisfatta, l’altra anima della protesta, quella che fa riferimento a Danilo Calvani, conferma il raduno di giovedì pomeriggio al Circo Massimo. E centinaia di trattori continuano a sostare alle porte della Capitale. Altri mezzi sono in arrivo in vista di giovedì. Il dato politico è che la Lega da un lato incassa, dall’altro continua ad alzare l’asticella e al termine del vertice convocato ieri da Matteo Salvini, ha chiesto di approvare la sua proposta sul controllo dei prezzi e sui costi di produzione, confermando la «netta contrarietà» ai negoziati dell’Europa con i Paesi del Mercosur. Negoziati che il leader di Fi e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, difende in nome del «libero scambio»: Tajani si è detto aperto a miglioramenti ulteriori, ma solo «con proposte che non siano demagogiche e che possano permettere di risolvere i problemi».

Le opposizioni nel frattempo continuano ad attaccare, con il Pd che ha denunciato le lotte intestine nella maggioranza, parlando di «governo diviso» ed evidenziando «i distinguo della Lega». «I ministri vanno in ordine sparso – hanno proseguito i capigruppo in commissione Agricoltura Simona Bonafè e Ubaldo Pagano –. Stiamo assistendo a uno spettacolo indecoroso». «Il governo ha creato il problema con gli agricoltori aumentando loro le tasse – ha invece commentato il leader di Alleanza Verdi-Si, Angelo Bonelli – e oggi, per distogliere l'attenzione dalle proprie responsabilità, attacca la transizione verde mentre la crisi climatica produce danni ingenti e nel 2022, la siccità ha causato 6 miliardi di euro di danni all'agricoltura».

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