Ecco il testo della versione di greco, tradotta per Avvenire.it dal professore Moreno Morani.
L’ignoranza acceca gli uomini. Tremendo male è l’ignoranza, e causa di molte disgrazie per gli uomini, come se versasse una nebbia sulle cose e oscurasse la verità e gettasse ombre sulla vita di ciascuno. Così somigliamo a gente che vaga nel buio, anzi soffriamo la stessa situazione dei ciechi, e urtiamo accidentalmente un ostacolo oppure passiamo sopra un altro senza necessità e non vediamo ciò che ci sta accanto e presso i piedi e abbiamo paura di ciò che è lontano e molto distante come se ci potesse intralciare: e insomma per ogni cosa che facciamo non smettiamo di scivolare da molte parti. Una simile disgrazia ha già fornito migliaia di spunti per azioni sceniche agli autori di tragedie, i Labdacidi e i Pelopidi e vicende simili. Praticamente si troverebbe che per la massima parte le disgrazie portate sulla scena sono gestite dall’ignoranza come fosse un demone tragico. Dico questo osservando anche altre vicende, ma soprattutto le calunnie non vere dei compagni e degli amici, a causa delle quali si sono prodotte divisioni nelle famiglie e città sono andate completamente distrutte e dei padri hanno fatto pazzie contro i figli e dei fratelli contro i consanguinei e dei figli contro i genitori e degli amanti contro gli innamorati: e anche molte amicizie furono troncate e dei giuramenti furono violati per avere prestato fede a una calunnia. E’ l’inizio dell’opuscolo di Luciano intitolato Non si deve credere facilmente alle calunnie. Commento. Brano tutto sommato agevole, senza grosse difficoltà sintattiche: anche l’argomento non presenta ambiguità: unico piccolo ostacolo l’accenno alle famiglie di Labdacidi (la stripe di Laio, Edipo, Eteocle e Polinice) e Pelopidi (la stirpe di Agamennone e Oreste) protagoniste di tragedie classiche, ma si tratta di un riferimento marginale, che poteva essere superato tranquillamente, anche se il candidato al momento non avesse avuto presente il riferimento. Inoltre Luciano è autore molto amato dai libri di versione e dalle antologie (soprattutto per lo stile chiaro e perspicuo, anche se sul piano del contenuto ha in genere poco da dire): è probabile quindi che gli studenti abbiano già avuto a che fare con la’utore e col suo stile nel corso degli studi liceali. (Per la cronaca: l’opuscolo di Luciano si è ispirato a un dipinto del pittore Apelle a darà a sua volta lo spunto a un celebre quadro di Botticelli).