Ha confessato ai carabinieri di aver
inventato tutto l'uomo che ieri aveva denunciato il tentato
sequestro del figlio che sarebbe avvenuto durante la festa
patronale di Borgaro, nella prima cintura torinese. Aveva detto
che un uomo, in un suo attimo di distrazione, aveva cercato di
prendere il piccolo, 2 anni, dal passeggino; ma di essere
riuscito col suo intervento a metterlo in fuga a bordo di
un'auto grigia di cui nessuno è riuscito a leggere la targa.L'uomo ora è indagato per simulazione di reato,
calunnia, procurato allarme e abbandono di minore. A.G., 33 anni, messo
davanti ad alcune foto segnaletiche aveva riconosciuto "al 90%"
il presunto responsabile: ma si trattava, in realtà, di un
uomo detenuto da parecchio tempo. Da qui, l'accusa di calunnia
e il primo segnale di allarme da parte dei carabinieri sul
racconto dell'uomo, che poi messo alle strette, ha confessato.
Non ci sono altri indagati. Il padre a un certo
punto "si è sentito anche un pò protagonista" per l'attenzione
mediatica che ha avuto. È uno degli aspetti psicologici della vicenda
sottolineati dal procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando, nel
corso della conferenza stampa sul caso, di questa mattina.
"A un certo punto -ha aggiunto - il presunto rapitore, che come
sappiamo non esiste, si è quasi materializzato nel passaparola del
paese tanto che qualcuno diceva di averlo visto". Il magistrato ha
lodato l'operato dei carabinieri "che in sole 24 ore sono arrivati
alla verità" e ha avvertito "serve calma, cautela e professionalità
nel dare la notizia altrimenti si rischia un effetto boomerang".