martedì 30 settembre 2014
​Ha confessato ai carabinieri di aver inventato tutto l'uomo che ieri aveva denunciato il tentato sequestro del figlio che sarebbe avvenuto durante la festa patronale di Borgaro, nella prima cintura torinese.
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Ha confessato ai carabinieri di aver inventato tutto l'uomo che ieri aveva denunciato il tentato sequestro del figlio che sarebbe avvenuto durante la festa patronale di Borgaro, nella prima cintura torinese. Aveva detto che un uomo, in un suo attimo di distrazione, aveva cercato di prendere il piccolo, 2 anni, dal passeggino; ma di essere riuscito col suo intervento a metterlo in fuga a bordo di un'auto grigia di cui nessuno è riuscito a leggere la targa.L'uomo ora è indagato per simulazione di reato, calunnia, procurato allarme e abbandono di minore. A.G., 33 anni, messo davanti ad alcune foto segnaletiche aveva riconosciuto "al 90%" il presunto responsabile: ma si trattava, in realtà, di un uomo detenuto da parecchio tempo. Da qui, l'accusa di calunnia e il primo segnale di allarme da parte dei carabinieri sul racconto dell'uomo, che poi messo alle strette, ha confessato. Non ci sono altri indagati. Il padre a un certo punto "si è sentito anche un pò protagonista" per l'attenzione mediatica che ha avuto. È uno degli aspetti psicologici della vicenda sottolineati dal procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando, nel corso della conferenza stampa sul caso, di questa mattina. "A un certo punto -ha aggiunto - il presunto rapitore, che come sappiamo non esiste, si è quasi materializzato nel passaparola del paese tanto che qualcuno diceva di averlo visto". Il magistrato ha lodato l'operato dei carabinieri "che in sole 24 ore sono arrivati alla verità" e ha avvertito "serve calma, cautela e professionalità nel dare la notizia altrimenti si rischia un effetto boomerang".
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