Sarebbero almeno una quarantina i militanti islamici partiti dall'Italia per andare a combattere in Siria in nome della Jihad. Per questo è in corso un monitoraggio del Ros di carabinieri su una ventina di potenziali jihadisti di origine straniera e residenti nel nord-est. Si tratta di militanti che potrebbero assumere il ruolo di reclutatori di aspiranti jihadisti da indottrinare ed eventualmente inviare nelle zone di conflitto, a cominciare dalla Siria e dall'Iraq. Alcuni di questi,
almeno cinque, sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati nell'ambito di una inchiesta da parte della procura di Venezia.
Nei giorni scorsi, sull'onda delle preoccupazioni sotto il profilo della sicurezza, legate all'avanzata in Iraq delle milizie dell'Is, il dipartimento di pubblica sicurezza aveva inviato a tutti i prefetti e i questori una circolare disponendo di innalzare ulteriormente il livello di vigilanza alle sedi istituzionali e a
tutti gli obiettivi 'sensibilì (aeroporti, stazioni, luoghi diaggregazione, scali commerciali) a rischio di attentato terroristico.
Pinotti: livello di attenzione maggiore. Il fenomeno degli italiani convertiti alla Jihad è caratterizzato da "numeri ancora piuttosto bassi rispetto a quelli di altre nazioni, come Gran Bretagna, ma anche Francia", ma ugualmente è un problema che "ci deve preoccupare" e che "dobbiamo seguire con attenzione". Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, su Rai3, aggiungendo che i vari apparati dello Stato vigilano su questi aspetti facendo "un buon lavoro di squadra". A proposito, poi, del rischio che migranti in fuga dai loro Paesi possano diventare dei terroristi, il ministro ha detto che "considerato che sono 113 mila quelli sbarcati in Italia,
statisticamente la possibilità esiste per qualcuno, tutto può
succedere. Ma non vedo in questo il rischio principale".
Appello di Scotland Yard. Un appello ai cittadini affinchè diano il loro contributo per fermare potenziali terroristi e jihadisti 'in erbà, i giovani musulmani che aspirano a partire
per Siria e Iraq e unirsi ai militanti dell'Isis. Lo ha lanciato
oggi Scotland Yard che ha spiegato come la decisione arrivi dopo
l'uccisione del giornalista americano James Foley per mano di un
militante islamico con un forte accento inglese, soprannominato
John il Jihadista. "Ci rivolgiamo al pubblico, alle famiglie e agli amici
affinchè ci aiutino a identificare gli aspiranti terroristi",
ha detto Mark Rowley, un comandante della polizia di Londra e
capo dell'anti-terrorismo britannico. Molto importante è
osservare il comportamento di questi giovani: se ad esempio
vendono le loro proprietà per raccogliere denaro in vista del
viaggio in Medio Oriente. Rowley ha dichiarato anche che sono
stati fatti "progressi significativi" per identificare il
presunto boia di Foley ma che molto resta da fare contro il
fenomeno del turismo jihadista. Circa 10 persone ogni mese sono
fermate prima di partire alla volta di Siria o Iraq e vengono
iscritte al programma anti-terrorismo del governo 'Prevent',
studiato per gli individui a rischio radicalizzazione.