Ci vorrebbero silenzio e azioni, soprattutto bonifiche per la cosiddetta Terra dei fuochi. Ma l’area dell’emergenza roghi tossici compresa tra le province di Napoli e Caserta è invece al centro di una nuova controversia dopo che la Giunta regionale campana, qualche settimana fa, ha deliberato di destinare 4 milioni e mezzo di euro dei fondi europei alle società sportive regionali di maggior rilievo per una campagna a favore dei prodotti agro-alimentari campani e in particolar modo delle zone interessate dagli sversamenti selvaggi.
I fondi sono stati ripartiti tra il Napoli Calcio di De Laurentiis, – 3,5 milioni di euro – e altre società sportive campane. «Siamo allibiti – annota con amarezza don Maurizio Patriciello, parroco al Parco Verde di Caivano, una delle zone più martoriate dai tumori –. Si danno soldi alle squadre di calcio mentre qui il problema non è stato minimamente affrontato. Anche lo screening sulla popolazione non è incominciato. C’è troppa superficialità verso una situazione che chiede risposte immediate ed efficaci e vedere
questo sciupio è una sofferenza immensa».
La Regione replica: «Niente soldi a pioggia, soltanto una disponibilità a investire negli strumenti di comunicazione che queste società offriranno per il marchio Campania SiCura». Secondo Sviluppo Campania, società della Regione, le campagne di sensibilizzazione con protagonisti gli atleti hanno maggiore impatto per trasmettere l’immagine di una regione «sicura » e che «si cura». Il budget, al momento virtuale, sarà distribuito solo ai club che garantiranno «specifici servizi di comunicazione». Ci aspetta quindi una valanga di parole rassicuranti, innanzitutto, e poi campioni come Higuain, Callejon, Insigne, Hamsik, Mertens e compagni che addentano mozzarelle di bufala, sgranocchiano mele, affettano succosi pomodori, condiscono d’oliva lattuga, broccoli e patate. Se così sarà, si potranno fugare le voci di un “aiutino” della Regione Campania (nelle vesti del presidente di Giunta Stefano Caldoro, a maggio in corsa per la rielezione) alla squadra di De Laurentiis per l’acquisto recente del giovane fuoriclasse Manolo Gabbiadini, costato 13 milioni. Per Luca De Luca Picione, docente di Sociologia alla Federico II di Napoli, l’idea non è sbagliata: «Ferma restando la necessità
di interventi ancor più vitali, da un punto di vista strettamente comunicativo è valida l’operazione di marketing territoriale fondata sulla promozione affidata a un testimonial forte e autorevole come il Napoli, che con tanti giocatori stranieri importanti e con il suo legame con Castel Volturno rappresenta un esempio concreto dello sviluppo positivo che possono avere anche i territori di terra dei fuochi».
Marco Demarco, direttore della Scuola di Giornalismo 'Suor Orsola Benincasa', ribatte: «Non mi scandalizza la ricerca di sistemi di comunicazione più moderni ed efficaci rispetto agli investimenti di qualche anno fa. Va però evidenziato che la scelta delle società sportive come testimonial assomiglia a un’operazione popu-listico elettorale e nei casi di realtà poco conosciute e senza legami territoriali, anche rischiosamente clientelare». L’intervento in Terra dei fuochi costerà alla Regione, con il contributo dei fondi europei, 350 milioni per le bonifiche e 400 milioni per la riqualificazione delle aeree. In interventi complessi, il 5% del totale è per la comunicazione. Dopo la questione marketing si aspetta, al più presto, l’avvio delle
bonifiche.